De Marchi che talvolta era Cauda (ma senza Bagna)
In Piemonte la parola “cauda” sta bene con “bagna”, e va a formare una specialità gastronomica a base di aglio, acciughe e verdure di stagione. Ma Bagna è anche altro. Per esempio, il nome di un mediano del Cuneo degli anni ’60...
In Piemonte la parola “cauda” sta bene con “bagna”, e va a formare una specialità gastronomica a base di aglio, acciughe e verdure di stagione. Ma Bagna è anche altro. Per esempio, il nome di un mediano del Cuneo degli anni ’60. La sua storia è arrivata ai giorni nostri, o quantomeno a me, grazie a un articolo di un giovane giornalista, Andrea Dalmasso. La particolarità di Bagna fu che giocò a calcio una sola stagione, 1955-56. Una vita da mediano, anzi un anno soltanto; comunque, per citare la canzone del Liga, «a recuperar palloni/ Nato senza i piedi buoni/ lavorare sui polmoni». La sua presenza in campo nelle formazioni ufficiali si alternava con quella di Giorgio De Marchi, arrivato da Schio. La carriera di De Marchi decollerà. L’anno dopo, infatti, sarà acquistato dal Lanerossi Vicenza, esordendo da titolare in un rocambolesco 3-3 con il Genoa e andando in gol contro il Padova. Diventerà una bandiera biancorossa, giocando oltre 200 partite e conquistando, assieme ai compagni di squadra, due sesti posti, miglior piazzamento degli ultimi vent’anni. Solo il secondo posto del Vicenza di Paolo Rossi (anno di grazia 1977-78) darà emozioni maggiori. Nel 1964 il Lanerossi di De Marchi si fa le ossa anche in campo internazionale, partecipando al Torneo di New York contro Werder Brema (Germania), Hearts (Scozia), Blackpool (Inghilterra) e Bahia (Brasile), più qualche partita in Unione Sovietica in un periodo piuttosto delicato per quanto riguarda i rapporti tra le due superpotenze del mondo. E Cauda, invece? Che fine aveva fatto? Dopo quella stagione a Cuneo non si sentirà più parlare di lui. Anche perché Bagna non esiste. O, meglio, Cauda è De Marchi. Se “fare il militare a Cuneo” è diventata un’espressione comune, è anche perché un gran numero di ragazzi ha avuto quella destinazione per il periodo di leva. Compreso il giovane calciatore veneto, che però non tutte le domeniche otteneva il permesso per andare a giocare. Dribblò l’ostacolo, con la complicità dell’allenatore. Quando aveva il permesso, nelle formazioni ufficiali figurava De Marchi. In caso contrario, veniva convocato come Cauda. Così, quando qualche giorno fa De Marchi è morto, un pensiero è andato al suo finto gemello, autore di grandi battaglie sui campi da calcio del Piemonte e di una piccola ma innocente disobbedienza.
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