Dal Cittadella due prese di posizione controcorrente
A cosa serve vergognarsi? A volte, in effetti, a nulla. Può persino essere controproducente. Crotone-Cittadella, Serie B: i padroni di casa sono ultimi in classifica, gli ospiti viaggiano invece a ridosso della zona playoff.
A cosa serve vergognarsi? A volte, in effetti, a nulla. Può persino essere controproducente. Crotone-Cittadella, Serie B: i padroni di casa sono ultimi in classifica, gli ospiti viaggiano invece a ridosso della zona playoff. Ma in Calabria, a sostenere la squadra, arrivano in pochi, pochissimi. È uno di quei casi nei quali ci si vergogna un poco, e si preferisce tacere. Come quei conferenzieri che si ritrovano con un pubblico di cinque o sei persone, e magari una di queste è la zia: sui social postano le foto dell’evento, sì, ma omettendo un’immagine del pubblico. Soltanto loro che parlano e parlano, e parlano. Il Cittadella invece non si vergogna, tutt’altro, e su Facebook rilancia la foto dei 13 propri sostenitori: “Attraversare l’Italia per i colori granata – scrive la pagina ufficiale del club – Grazie ragazzi, fantastici!”. Con tanto di cuoricino, per rendere ancora più chiaro il ringraziamento, casomai ce ne fosse bisogno.
Altro campionato (quello Primavera), ma sempre il Cittadella protagonista, qualche giorno prima. Durante una partita contro il Carpi, secondo quanto poi riferito dal Corriere del Veneto, parte un insulto razzista verso un calciatore della squadra emiliana. Non è un coro, ma l’iniziativa – stupida e offensiva – di un singolo tifoso. Ce n’è abbastanza per potersi riparare da eventuali accuse: “Non siamo stati noi...”, “La nostra società si dissocia...”, “Nel calcio purtroppo sono cose che capitano molto spesso...”. Parole e parole, che non bastano al club veneto. La sanzione più pesante, non richiesta dalla giustizia sportiva, la infligge lo stesso Cittadella: “La società, preso atto di quanto accaduto, intende prontamente sanzionare lo spettatore vietandogli l’ingresso alle manifestazioni sportive che riguardino il Cittadella”. Benedetta vergogna! Bisogna sapere abbassare il capo e sentire il peso di un errore commesso da persone a noi vicine. I maestri delle autogiustificazioni continueranno ad andare per la loro strada. Facciano pure: ma è solo quella della sana vergogna, e della voglia di cambiare, che ci porterà nella direzione di un futuro migliore. A piccoli passi. Ma non c’è fretta: l’importante è la direzione.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento