Una visione da Taranto
Si spegne l’ultima lampara del Golfo di Taranto e si accende la luce di un nuovo giorno. L’immagine che abbiamo contemplato più volte nei giorni della 49ª Settimana sociale di Taranto permette di sognare l’alba. Per Taranto, per l’Italia, per il mondo.
Si spegne l’ultima lampara del Golfo di Taranto e si accende la luce di un nuovo giorno. L’immagine che abbiamo contemplato più volte nei giorni della 49ª Settimana sociale di Taranto permette di sognare l’alba. Per Taranto, per l’Italia, per il mondo.
Le giornate sono state un cammino, più che un convegno. Si sono raccontate storie di sofferenza e di dolore, di impegno e di speranza. L’inquinamento e il degrado hanno risvolti sia ambientali che sociali. Un grido sale da Nord a Sud del Paese, dalle mamme No Pfas del Veneto alle Terre dei fuochi della Campania per giungere alle famiglie di Taranto.
La sfida che ci attende è trasformare queste ferite in feritoie di speranza. Non siamo all’anno zero. Ci sono buone pratiche che mostrano un nuovo modello di sviluppo. Sono esperienze di economia circolare, di quartieri eco-sostenibili, di comunità energetiche, di centri di educazione ambientale, di aziende agricole innovative.
Intorno all’idea di alleanza, Taranto ha proposto un cammino in cui tutti devono sentirsi coinvolti. I contenuti-chiave hanno fatto leva sulla sostenibilità come nuovo modo di vivere la fraternità e sulla creazione di comunità partecipative e solidali.
La sfida più grande che la Settimana sociale ha lanciato nel pensare e costruire il periodo post-pandemico, è la capacità di avere una visione di futuro. Ma cosa vuol dire “visione di futuro”? Ci sembra significhi anzitutto prendere coscienza che ciascuno di noi – a livello personale e collettivo – agisce, re-agisce, decide, cambia, si muove… solo a fronte di una promessa. Abbiamo bisogno di una visione a cui dar credito. Una visione che non si consumi immediatamente in una lista di “cose da fare”, ma che accenda la speranza. Un’immagine prospettica che autorizzi la volontà a prendere l’iniziativa e a prendere decisioni. Una visione degna di fiducia perché generativa di senso e autorevole. Un pensiero che si riorganizza e soprattutto mette ordine alla gerarchia tra mezzi e fini.
Una visione prospettica di senso, razionale e promettente è indispensabile per mettere in pratica schemi di comportamento anticipante. Ciò significa che bisogna guardare al passato non dal punto di vista delle continuità, ma delle discontinuità. Taranto ha evidenziato che uno schema comportamentale reattivo, ossia che aspetta che accada qualcosa per poi rispondere, è molto più fallace di quello anticipante, più costoso e inefficiente. La vera strategia sta nell’introdurre schemi di comportamento anticipanti basati su una visione del futuro che include cambiamenti e sorprese, e che sia consapevole dei vincoli cognitivi e sociali che influenzano l’analisi dei cambiamenti in atto e le possibili traiettorie di sviluppo.
La Settimana sociale di Taranto pur con tutti i suoi limiti, si è posta come un contributo al fine di costruire e di progettare insieme una visione di futuro. L’intenzionalità pratica è stata quella di conoscere il presente, interpretare i segni, capire i cambiamenti, per investire sul futuro.
La comunità cristiana è interpellata a non lasciare cadere l’invito alla conversione integrale proveniente dalla Laudato si’. Si può e si deve fare di più. La Settimana sociale non lascia spazi a comunità cristiane autoreferenziali e preoccupate della propria immagine. Mai come in questo tempo avvertiamo la necessità di metterci al servizio del bene comune, facendo discernimento. È l’ora della testimonianza e della decisione.
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