Non siamo certo figli delle stelle
L’inizio del 2025 ci ha consegnato tutta una serie di storie e proposte legate all’astrologia. Pure chi ha provato a starne alla larga, si è imbattuto in indicazioni legate al suo segno zodiacale o al suo ascendente (per chi ha capito davvero cosa sia)...
L’inizio del 2025 ci ha consegnato tutta una serie di storie e proposte legate all’astrologia. Pure chi ha provato a starne alla larga, si è imbattuto in indicazioni legate al suo segno zodiacale o al suo ascendente (per chi ha capito davvero cosa sia). Personalmente, da nato sotto il segno dei Gemelli, dovrei andare tranquillo, visto che le stelle sono allineate a mio favore (secondo la Gazzetta dello sport), avrò nuove opportunità e sarà probabilmente il periodo più significativo della mia vita (Elle), sarò fortunato pur avendo Saturno contro (Fanpage), dovrò solo stare attento a non distrarmi troppo e non avere eccessive pretese (Sky Tg24). Quasi quasi potremmo proporre pure l’oroscopo di Verona fedele, se non fosse una questione drammaticamente seria.
Se analizziamo la storia, vediamo che praticamente tutte le culture antiche scrutavano il cielo cercando lì qualche segno per il futuro; i cristiani misero in crisi queste certezze, con il nostro patrono san Zeno, nel sermone De duodecim signis a usare la comune conoscenza astrologica dei suoi contemporanei, per superare queste credenze e annunciare la novità cristiana. L’inizio della modernità vede gli studiosi analizzare scientificamente il moto degli astri, ma sopravvivere grazie ai proventi dei consigli astrologici; sembrava solo il passaggio verso una maturità razionale, e invece scopriamo che nel 2024 oltre 12 milioni di italiani (uno su cinque) si sono rivolti a maghi e astrologi (circa 155mila nel nostro Paese) per una spesa media personale di 500 euro. Sono molti di più – quasi la metà degli italiani – quelli che credono che gli astri influenzino il carattere delle persone e quindi la possibilità di alcune relazioni e l’esito di svariate situazioni.
Il cardinale Matteo Zuppi, nel libro Dio non ci lascia soli (Piemme, 2023) scrive che “il nostro sembra il tempo della divinazione e non di Dio” perché “più crescono le paure più cerchiamo qualche sicurezza” e “meno crediamo in Dio e più rischiamo davvero di credere a tutto!”.
In fondo, l’astrologia ha come retroterra l’idea che ce la dobbiamo cavare da soli in una realtà troppo grande e troppo complessa, per cui è meglio rifugiarci nella solitudine, nell’indifferenza, nell’iper-consumismo... o negli ansiolitici. Non per niente, i dati ci dicono che sta aumentando l’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica, soprattutto tra adolescenti e giovani. Non serve un grande mago per capire che andando avanti così, non si avrà un futuro roseo.
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