Clinton-Trump e l’Europa dimenticata
Una calorosa stretta di mano e due colpetti sulla schiena di lei. Come si fa tra vecchi amici. Chissà se, spente telecamere e riflettori, sono andati a cena insieme. C’è da dubitarne...
Una calorosa stretta di mano e due colpetti sulla schiena di lei. Come si fa tra vecchi amici. Chissà se, spente telecamere e riflettori, sono andati a cena insieme. C’è da dubitarne. Sta di fatto che tra i due competitors per la Casa Bianca, Donald Trump e Hillary Clinton (il cui cognome personale, Rodham, non compare neppure sul suo sito ufficiale), il primo round televisivo di martedì scorso è stato vinto ai punti dall’ex first lady, la «segretaria», come l’ha chiamata il “ciuffoso” magnate newyorkese, richiamando – in un modo che nella nostra lingua risulterebbe sprezzante – il suo incarico istituzionale nel primo quadriennio della presidenza Obama.
Tanti i temi trattati nell’ora e mezza di confronto, con qualche montante ben assestato (vedi alla voce: mettere in luce gli scandali altrui), ma non tale da mandare ko l’avversario sul ring televisivo, con 100 milioni di telespettatori per la prima delle tre puntate previste in attesa del voto dell’8 novembre. E così tra Isis e Iraq, armi e polizia, conflitto razziale e criminalità, mail cancellate e miss Maialina, sicurezza informatica e armamenti nucleari, promesse su riduzione delle tasse e aumento dei salari minimi, se ne sono andati 90 minuti – di sonno per noi, del dopocena per gli americani –.
Francamente dubiterei che qualche telespettatore abbia potuto chiarirsi le idee o modificare quelle che già aveva su chi votare. Troppo poco il tempo a disposizione per gli approfondimenti, nel corso del serrato botta e risposta ben moderato dal conduttore della Nbc, Lester Holt, arbitro senza moviola in campo. Qualche interruzione, ma poche le sovrapposizioni. Insomma, un bello show a uso e consumo delle tv a stelle e strisce.
Due sottolineature: i primi 40 minuti se ne sono andati su temi economici. Una questione, quella pecuniaria, che Trump ha proposto in tutte le salse e su tutti i versanti, lamentando persino che gli Usa sostengono il 63% del costo della Nato per proteggere Paesi che neppure versano la loro quota. Aggiungendo: «Non possiamo essere i poliziotti del mondo, senza che ci paghino». Più chiaro di così!
Inoltre è significativo il fatto che negli interventi – almeno ascoltando le traduzioni proposte da SkyTg24 – non sia mai stata menzionata l’Europa, diversamente da Cina, Messico, Iran, Iraq, Libia… Segnale eloquente di quanto conta al di là dell’Atlantico il Vecchio Continente e la Ue post-Brexit: meno di un (risolto) dubbio tricologico. O no?