Editoriale
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Cammino senza una meta precisa

Siamo consapevoli che il cammino sinodale indetto da papa Francesco riguarda la Chiesa universale e perciò tocca ciascuno dei suoi componenti, ogni fedele battezzato...

Parole chiave: Editoriale (407), Stefano Origano (141)

Siamo consapevoli che il cammino sinodale indetto da papa Francesco riguarda la Chiesa universale e perciò tocca ciascuno dei suoi componenti, ogni fedele battezzato. Non aspettiamoci dunque un semplice documento finale costruito dalle fini menti degli esperti, con le indicazioni operative per affrontare la nuova epoca con i suoi cambiamenti e le relative sfide per la Chiesa. Ma prepariamoci a una conversione del nostro modo di essere cristiani nella dimensione personale e in quella comunitaria.
La cosa più interessante, e per certi aspetti più inquietante, di questa sfida è che non sappiamo dove andremo ad approdare. Un po’ come accadde a Cristoforo Colombo che era convinto di andare in India e invece sbarcò in America. O meglio ancora, per rimanere nella storia più strettamente della Chiesa, come è accaduto nel Concilio Vaticano II che era stato indetto da papa Giovanni XXIII convinto di chiuderlo in pochi mesi con una semplice riforma della liturgia... e invece ha rimesso in discussione tutto l’assetto della barca di Pietro.
Fare previsioni oggi sull’impatto che questa nuova fase proposta da papa Francesco avrà sulla vita della Chiesa è molto difficile; tuttavia questa volta è chiarito fin da subito che non solo non sappiamo la meta, ma non sappiamo nemmeno il percorso: lo scopriremo camminando…
L’esperienza del popolo di Israele che scappa dalla terra d’Egitto per incamminarsi verso la terra promessa diventa paradigmatico: giorno per giorno dovette fidarsi del Signore e del suo profeta Mosè senza avere certezze sul dove, sul come, sul quando.
Sulle nostre pagine cercheremo di accompagnare questo cammino di fede aiutando ad interiorizzare l’orizzonte della sinodalità che non si prefigge di creare una nuova struttura organizzativa, ma di alimentare il sogno missionario di arrivare a tutti con il Vangelo di Cristo e di ritessere una comunità fraterna al servizio del bene comune.
Come si può intuire, siamo sì all’inizio di una fase nuova, ma in realtà il cammino viene da molto lontano: da quando la Chiesa ha incominciato a guardarsi intorno per capire dove la portava lo Spirito Santo, cioè più o meno cinque minuti dopo che il vento della Pentecoste ha fatto irruzione nel cenacolo.

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