Introduzione alla lettura dell’autobiografia di S. Agostino
Il percorso che intendiamo fare è finalizzato alla scoperta del valore che Agostino, vescovo di Ippona 1.600 anni fa, attribuisce alla comunione ecclesiale. A tal fine, può risultare assai utile focalizzare le coordinate della sua vita, nella complessità di tutte le sue esperienze, organicamente ed interamente presentate dalla sua autobiografia, le Confessioni, forse la più splendida e vibrante sinfonia della misericordia di Dio che si ritrovi nei Padri della Chiesa...
Il percorso che intendiamo fare è finalizzato alla scoperta del valore che Agostino, vescovo di Ippona 1.600 anni fa, attribuisce alla comunione ecclesiale. A tal fine, può risultare assai utile focalizzare le coordinate della sua vita, nella complessità di tutte le sue esperienze, organicamente ed interamente presentate dalla sua autobiografia, le Confessioni, forse la più splendida e vibrante sinfonia della misericordia di Dio che si ritrovi nei Padri della Chiesa. Una lettura sintetica ma fedele delle Confessioni, fatta per stralci essenziali, può essere di grande utilità, almeno per chi ne fosse digiuno o non avesse già disinvolta dimestichezza con le vicende travagliate di sant’Agostino. Oso dire che meritano di essere conosciute anche e specialmente dagli adolescenti e dai giovani che in Agostino trovano un singolare amico che ha fatto sostanzialmente le stesse esperienze, sempre aperto però alla Verità che alla fine l’ha conquistato.
Questa premessa biografica potrà agevolare la lettura dei testi di Agostino sulla comunione ecclesiale, in quanto vi si può scorgere il travaglio da lui vissuto nella ricerca della Verità, che ha trovato nella Chiesa, da lui considerata corpo e sposa di Cristo. Va precisato che Agostino lungo tutto l’arco della sua giovinezza ha snobbato la Chiesa. Ma nella autobiografia riconosce che solo grazie all’incontro con la Chiesa si è salvato dalla deriva dell’infatuazione superba di sé, cioè dell’individualismo, intento come era a creare il mito di sé; e nel contempo si è avviato con determinazione sulla strada del servizio verso il popolo di Dio che ha dell’eroismo e che, comunque ha svelato le profondità del vero Agostino. Come a dire che nel percorso autobiografico confida quanto gli sia mancata la Chiesa nel tormentato travaglio verso la verità, proprio perché non compresa, dal momento che era oggetto di diffidenza, pur sentendo una sorta di nostalgia sotterranea di poterla incontrare al modo di sua madre Monica; e quanto la conversione a Cristo sia coincisa con l’accoglienza piena della Chiesa, a partire dal Battesimo, sua vera ancora di salvezza.
Al fine di comprendere meglio la passione del vescovo Agostino per la comunione ecclesiale, cercheremo di sfogliare le pagine della sua autobiografia scritta nei primi anni di episcopato, all’età di 43-47 anni. In essa volle confessare la misericordia di Dio che l’aveva salvato dal baratro del male, nel quale una certa ingenuità giovanile, rafforzata dall’arroganza e dalla superbia, l’aveva fatto inabissare. E lo ha fatto da credente, con quell’animo arioso, sereno e lieto di un naufrago liberato dall’incubo di inabissarsi da un momento all’altro tra gli scogli. Per questo, lui, solo piccola “porzione” delle creature, come si definisce, sente incontenibile il bisogno di lodare Dio. E nel lodarlo prova gioia. La ragione? Perché “ci hai fatti per Te, e il nostro cuore è inquieto finché non trova riposo in te”. Di conseguenza, sentì il bisogno di sostare in contemplazione di questo Dio “Sommo, ottimo, potentissimo, misericordiosissimo e giustissimo, nascostissimo e presentissimo, bellissimo e fortissimo, stabile e inafferrabile, immutabile, mai nuovo e mai vecchio... Dio mio, vita mia, dolcezza mia santa!”. Nello stesso tempo chiede a Dio la grazia di seguirlo fedelmente: “Che cosa sono io per Te, perché Tu mi ordini di amarti?... Dimmi che cosa Tu sei per me... Che io corra dietro a questa voce, e che io possa abbarbicarmi in Te”.
Va da sé che la cosa migliore è quella di leggere integralmente il testo delle Confessioni. Purtroppo però molti si arrestano dopo alcune pagine affascinanti, quando si imbattono sugli scogli di esperienze fatte dal giovane Agostino in ambito filosofico-religioso, la cui narrazione nella sua minuziosità scoraggia la lettura. Per questo, senza bypassare questi scogli, li sintetizzo nelle linee essenziali, in poche righe. Per procedere poi molto speditamente. Quasi a gonfie vele.