Inno di Agostino alla Trinità
Alla conclusione del suo trattato sulla Trinità, Agostino sente il bisogno di esprimere proprio alla Trinità un inno di lode e di ringraziamento...
Alla conclusione del suo trattato sulla Trinità, Agostino sente il bisogno di esprimere proprio alla Trinità un inno di lode e di ringraziamento. Questa la preghiera, sia pure con qualche decurtazione: “Signore nostro Dio, crediamo in Te, Padre e Figlio e Spirito Santo. Dirigendo la mia attenzione a questa regola della fede, per quanto ho potuto, per quanto mi hai concesso di potere, ti ho cercato e ho desiderato di vedere con l’intelletto ciò che ho creduto e ho molto disputato e ho faticato. Signore mio Dio, unica mia speranza, esaudiscimi, affinché, sentendomi affaticato, non voglia cercarti, ma sempre io cerchi la tua faccia con ardore. Tu dammi le forze per cercarti, Tu che hai fatto in modo che io ti trovassi, e mi hai dato la speranza di trovarti sempre più. Davanti a te è la mia forza e la mia infermità; quella conserva; questa risana. Davanti a te è la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto, accoglimi quando entro; dove hai chiuso, apri a me che busso. Che io mi ricordi di te; che io comprenda te; che io ami te. Accresci in me queste realtà, fino a quando Tu mi abbia riformato integralmente. So che sta scritto: ‘Nel molto parlare non si sfugge dal peccato’. Volesse il cielo che parlassi esclusivamente nel predicare la tua parola e nel lodare te! Si dovrà forse dire che non ha parlato molto colui che non solo a tempo opportuno ma anche inopportuno non ha taciuto la tua parola, Signore? Liberami, o mio Dio, dal multiloquio di cui soffro nell’interno della mia anima, misera al tuo cospetto, ma desiderosa di rifugiarsi nella tua misericordia. Infatti non taccio con i pensieri, anche quando taccio con la voce. Magari non pensassi se non ciò che piace a te. Di certo non ti pregherei di liberarmi da questo multiloquio. Ma molti dei miei pensieri sono tali e quali Tu conosci essere propri degli uomini. Donami di non consentire ad essi, e se talora mi dilettassero, io li abbia a detestare completamente e non abbia a soffermarmi in essi in una specie di sonno. Quando dunque giungeremo a te, cesseranno queste molte cose che diciamo. Tu solo resterai come il Tutto in tutti. E senza fine diremo una sola cosa nel lodarti, fatti anche noi una sola cosa in te. Signore, unico Dio, Dio Trinità, qualunque cosa io abbia detto in questi libri su di te, lo conoscano anche i tuoi. Se poi in essi c’è qualche cosa di solamente mio, perdonami Tu e mi perdonino i tuoi. Amen”.
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