Il carattere battesimale come sigillo di appartenenza

“Incorporato a Cristo per mezzo del Battesimo, il battezzato viene conformato a Cristo. Il Battesimo segna il cristiano con un sigillo spirituale indelebile (“carattere”) della sua appartenenza a Cristo. Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza. Conferito una volta per sempre, il Battesimo non può essere ripetuto” (CCC 1272).
Alcune sottolineature. Anzitutto, il battezzato viene conformato a Cristo, cioè prende la “forma spirituale” di Cristo, il cui immediato effetto è quello segnalato da Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20) e “Per me il vivere è Cristo” (Fil 1,21). Di conseguenza, la stessa vita morale non si configura come obbedienza ad una serie di regole di natura religiosa, ma come il vivere in coerenza con il proprio essere battesimale. In secondo luogo, il Battesimo imprime il carattere. Che cosa significa? È la porta di ingresso nella famiglia dei figli di Dio, a cui il battezzato viene ad appartenere per sempre, in modo irreversibile. Equivale al sigillo di appartenenza impresso nella carne. S. Agostino lo definisce il “carattere del Signore”, cioè il sigillo che segna indelebilmente l’appartenenza al Signore. In terzo luogo, nemmeno il peccato, che certo ne impedisce la fruttificazione, è in grado di annullare il Battesimo.
Proprio il carattere impresso dal Battesimo ci tiene ricordato “il fondamento della comunione tra tutti i cristiani, anche con quanti non sono ancora nella piena comunione con la Chiesa cattolica. […] Il Battesimo costituisce il vincolo sacramentale dell’unità che vige tra tutti quelli che per mezzo di esso sono stati rigenerati” (CCC 1271). Questo dato teologico fa coscienza che anche tra cristiani non ancora in piena comunione tra loro è molto più ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide. Anzi, tutti ci unisce nella medesima missione, quella di “professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa e di partecipare all’attività apostolica e missionaria del Popolo di Dio” (CCC 1270). Si spalanca così davanti a noi l’immenso orizzonte della nuova evangelizzazione di cui, come ricorda papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, ogni battezzato è responsabile.
Dal vivere con coerenza il Battesimo dipende la vita eterna: “Il Battesimo, infatti, è il sigillo della vita eterna. […] Il fedele che avrà custodito il sigillo fino alla fine, ossia che sarà rimasto fedele alle esigenze del proprio Battesimo, potrà morire nel segno della fede […] e nella speranza della risurrezione” (CCC 1274). Come a dire che tra la vita terrena del battezzato e il suo approdo nella vita eterna da risorto in Cristo vi è assoluta continuità. La vita cristiana infatti è essenzialmente vita battesimale considerata come sviluppo e maturazione delle potenzialità del Battesimo. Vertice delle potenzialità in noi del Battesimo è appunto la partecipazione piena al Mistero pasquale di Cristo, il Crocifisso Risorto, nel mondo dei risorti.
Ecco perché il Battesimo va riscoperto nei suoi alti valori e non va considerato puro rito di appartenenza sociologica che non modifica alla radice la vita. È un tesoro di una ricchezza spirituale di incalcolabile valore. Da riscoprire ogni giorno.