Due linee di azione della pastorale giovanile
Per dare concretezza alle riflessioni finora focalizzate sulla realtà del mondo giovanile, papa Francesco traccia due importanti linee di pastorale giovanile: la ricerca e la crescita (Cfr CV 209). Anzitutto, invita i giovani stessi a “trovare vie attraenti per invitare” (CV 210). E per evidenziare le capacità da parte dei giovani di essere in grado di trovare vie di evangelizzazione con i loro coetanei...
Per dare concretezza alle riflessioni finora focalizzate sulla realtà del mondo giovanile, papa Francesco traccia due importanti linee di pastorale giovanile: la ricerca e la crescita (Cfr CV 209). Anzitutto, invita i giovani stessi a “trovare vie attraenti per invitare” (CV 210). E per evidenziare le capacità da parte dei giovani di essere in grado di trovare vie di evangelizzazione con i loro coetanei, precisa che i giovani “sanno organizzare festival, competizioni sportive” (Ivi). Ma sono in grado di andare anche oltre, spingendosi nelle aree dell’evangelizzazione: “Sanno anche evangelizzare nelle reti sociali […]. Dobbiamo soltanto stimolare i giovani e dare loro libertà di azione perché si entusiasmino alla missione negli ambienti giovanili” (Ivi). L’evangelizzazione passa dunque anche attraverso i social, grazie ai giovani stessi che li usano come le loro strade preferenziali. Ma, osserva il Papa, vi sono anche altre opportunità: “Il primo annuncio può risvegliare una profonda esperienza di fede durante un ‘ritiro di impatto’, in una conversazione al bar, in un momento di pausa nella facoltà [universitaria], o attraverso una delle insondabili vie di Dio” (Ivi). Infinite possono essere le strade e le opportunità. In ogni caso è “importante che ogni giovane trovi il coraggio di seminare il primo annuncio in quella terra fertile che è il cuore di un altro giovane” (Ivi).
Ma con quale linguaggio trasmettere il Vangelo? “In questa ricerca va privilegiato il linguaggio della vicinanza, il linguaggio dell’amore disinteressato, relazionale ed esistenziale che tocca il cuore, raggiunge la vita, risveglia speranza e desideri” (CV 211). Non si tratta dunque principalmente del linguaggio verbale o mediatico. Il linguaggio più convincente è quello della vicinanza che faccia sperimentare vero amore. Non dunque il linguaggio del proselitismo (Cfr Ivi), ma la vicinanza sincera e la testimonianza di una fede coerente. In ogni caso, osserva il Papa, occorre trovare anche il linguaggio idoneo ad esprimere oggi il messaggio fondamentale del Vangelo, il kerygma, cioè la grande e sconvolgente notizia che il Figlio di Dio fatto uomo ha dato la sua vita per ognuno di noi nel suo mistero pasquale.
A questo punto il Papa inserisce la seconda linea essenziale per l’evangelizzazione dei giovani: la crescita. Per introdurne il contenuto fa una severa precisazione, su cui vale la pena di sostare in riflessione: “Dopo aver provocato un’intensa esperienza di Dio, un incontro con Gesù che ha toccato il loro cuore, vengono proposti loro incontri di formazione nei quali si affrontano solo questioni dottrinali e morali: sui mali del mondo di oggi, sulla Chiesa, sulla dottrina sociale, sulla castità, sul matrimonio, sul controllo delle nascite e su altri temi” (CV 212). Dunque, sono argomenti da cancellare dal quadro della formazione dei giovani? Niente affatto. Ma prima è necessario tenerli interessati alle grandi esperienze della vita cristiana: “Il risultato è che molti giovani si annoiano, perdono il fuoco dell’incontro con Cristo e la gioia di seguirlo, molti abbandonano il cammino e altri diventano tristi e negativi” (Ivi). E allora? Il Papa fa cambiare metodo: “Plachiamo l’ansia di trasmettere una gran quantità di contenuti dottrinali” (Ivi). Le esperienze con contenuti di Vangelo per se stesse portano alla dottrina, o meglio al kerygma come esperienza di fede in Dio mediante Gesù Cristo e di amore fraterno nel suo nome e in Lui (Cfr CV 213). Proprio il kerygma è l’essenza del Cristianesimo, da vivere e da conoscere per vivere. Occorre allora offrire occasioni per accogliere testimonianze significative, per ascoltare musiche e canti coinvolgenti, “momenti di adorazione, spazi di riflessione spirituale con la Sacra Scrittura, e anche con vari stimoli attraverso le reti sociali” (CV 214). In ogni caso occorre evitare ogni forma di indottrinamento.
Il Papa aggiunge un forte invito a fare esperienze di vera fraternità, dando attuazione al comandamento di Gesù, il distintivo del suo discepolo (Cfr CV 215).
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