Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Se, come abbiamo considerato a lungo, il Battesimo è il Sacramento che fonda la vita cristiana e la Cresima la conferma al punto da diventare significativa testimonianza di vita in Cristo, l’Eucaristia è necessaria per garantire adeguata alimentazione alla stessa vita spirituale che caratterizza il cristiano. Senza di Essa non è possibile una vera vita cristiana, che in definitiva altro non è se non una progressiva trasformazione del battezzato in Eucaristia.

Il sacramento della Confermazione o Cresima non è un dono privato da godersi e consumarsi individualisticamente. Per sua natura sospinge fuori da se stessi. Abilita ad “uscire”, per usare una metafora cara a papa Francesco. Proprio sull’esempio degli Apostoli che, raggiunti dallo Spirito nel giorno della Pentecoste rinchiusi nel Cenacolo, spalancarono le porte e più nessuno riuscì a trattenerli, come descrivono gli Atti degli Apostoli, il libro per eccellenza della storia di una Chiesa animata dallo Spirito che la sostiene in mezzo alle prove e ai travagli con una forza irresistibile, predisponendo i credenti persino al martirio...

Ci sono almeno due termini per indicare il sacramento di cui ci stiamo occupando: Confermazione e Cresima. Il primo termine evidenzia il suo rapporto con il Battesimo (cf CCC 1289), che viene ratificato e portato a compimento nelle sue potenzialità, grazie appunto ai doni dello Spirito che mira a fare di un battezzato un cristiano adulto, maturo, testimone del Cristo Pasquale, come membro corresponsabile della Chiesa...

Se, come abbiamo constatato nelle precedenti riflessioni, lo Spirito Santo è talmente importante da essere decisivo agli effetti di una fedeltà a Dio fino alla piena maturità in Cristo, è opportuno cercare di intercettarne la presenza dinamica segnalata dalla Sacra Scrittura fino a quella sua effusione sulla Chiesa nell’evento della Pentecoste che di fatto dà avvio all’azione salvifica di Cristo appunto mediante il suo Spirito. Cristo, infatti, non opera in solitudine, distribuendo personalmente gli effetti della salvezza da lui compiuta nel Mistero pasquale. Di fatto, secondo il progetto di amore trinitario, questo compito è affidato allo Spirito dell’Amore, lo Spirito Santo.

Benché non siano esplicitati dal Catechismo della Chiesa Cattolica, i frutti dello Spirito appartengono alla rivelazione. Per essere più precisi, dobbiamo dire che i frutti dello Spirito sono considerati in unità, come fossero uno solo. Tant’è che l’apostolo Paolo nella lettera ai Galati, nella quale ne segnala ben nove su dodici, così si esprime: “Frutto dello Spirito è” (Gal 5,22) e poi li specifica in “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Sono dunque un grappolo di frutti doc, in funzione della crescita dei quali in noi, lo Spirito ci arricchisce dei suoi doni.

Sacramento della Confermazione viene definito dal Catechismo della Chiesa Cattolica il secondo dei Sacramenti. Ma è definibile anche come Sacramento della Cresima. Come il Battesimo imprime il carattere. Il che significa che stabilisce un rapporto permanente tra Dio, nel caso specifico lo Spirito Santo, e il cresimato. Una volta celebrata, pertanto, la Confermazione o Cresima non può essere nuovamente celebrata.

“Incorporato a Cristo per mezzo del Battesimo, il battezzato viene conformato a Cristo. Il Battesimo segna il cristiano con un sigillo spirituale indelebile (“carattere”) della sua appartenenza a Cristo. Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza. Conferito una volta per sempre, il Battesimo non può essere ripetuto” (CCC 1272).

Chiunque, soprattutto attraverso un cammino mistagogico, cioè di penetrazione nel mistero del Battesimo, ne riscopre i valori, non può che rimanerne stupito e affascinato tanto è l’Amore di Dio che vi è contenuto. Non gli resta che lodare Dio per avergliene fatto dono. Lo si comprende dal gesto della triplice immersione nell’acqua e dalle parole, che rievocano il mandato di Cristo: «Io ti battezzo, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Il gesto e le parole sono semplici, ma i contenuti sono immensi. Divini. Eccone una traduzione: «Io ti immergo nel grembo vitale del Mistero dell’Amore Trinitario!».

“Il Signore stesso afferma che il Battesimo è necessario per la salvezza” (CCC 1257). Come a dire che il Battesimo non è un optional. Se è vero quanto illustreremo nella successiva riflessione sugli effetti del Battesimo, non ci permetteremmo mai di svalutarne l’importanza: “La Chiesa non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo per assicurare l’ingresso nella beatitudine eterna” (ibidem). Certo non basta il rito sacramentale in sé, ma per la salvezza occorre la coerenza con i suoi contenuti.

“Il significato e la grazia del sacramento del Battesimo appaiono chiaramente nei riti della sua celebrazione» (CCC 1234). Questa espressione del Catechismo della Chiesa Cattolica evidenzia l’importanza dei segni che intessono la celebrazione dei Sacramenti, a partire appunto dal Battesimo. Attraverso la comprensione del segno, sia nel contenuto cui rimanda sia nella ricaduta sulla vita del credente, siamo introdotti nel Mistero di salvezza contenuto nel sacramento. In questo senso si parla di mistagogia, cioè di introduzione nel Mistero contenuto nel sacramento mediante il segno corrispondente.