Un’operazione edilizia andata male
Effetto domino
(Italia, 2019)
Regia: Alessandro Rossetto
Con: Diego Ribon, Mirko Artuso, Marco Paolini e la voce di Paolo Pierobon
Durata: 104 minuti
Un buon modo per conoscere come vada un certo tipo di cose qui in Veneto è andare al cinema per vedere il nuovo, importante film di Alessandro Rossetto, liberamente tratto dall’omonimo e bel romanzo dello scrittore padovano Romolo Bugaro.
Rossetto e la cosceneggiatrice Caterina Serra trasportano, con scelta molto efficace, il racconto di Bugaro in una dimensione internazionale, mantenendone al contempo la piena ambientazione veneta, tanto che quasi tutto il film è recitato in dialetto padovano (con sottotitoli).
Il geometra Gianni Colombo (Mirko Artuso), ha una proposta da fare all’imprenditore edile Franco Rampazzo (Diego Ribon). Partendo dal sempre più evidente invecchiamento della popolazione, Colombo propone di rilevare un’enorme area nella quale si trovano vari alberghi da demolire, per costruire 2.500 appartamenti di lusso per anziani clienti danarosi.
Un affare da 200 milioni di euro, che l’imprenditore, ex muratore, non esita ad accettare, coinvolgendo anche una serie di soci, oltre alla moglie e alle figlie che lavorano con lui.
I terreni vengono acquisiti. I permessi edilizi ottenuti, non senza allungare qualche mazzetta dentro gli uffici tecnici dei Comuni interessati. I lavori di demolizione hanno inizio e si può già cominciare a pensare che presto potranno partire quelli di ricostruzione.
Tutto bene, in apparenza. Fino a quando una solerte e implacabile funzionaria di banca (Lucia Mascino) non convoca Rampazzo a Milano per comunicargli che l’istituto ha deciso di revocare la disponibilità al prestito che in origine aveva dato per far partire l’impresa, bloccando contestualmente l’operabilità dei conti.
A nulla valgono i tentativi di Rampazzo di far entrare nel colossale affare il ricchissimo giovin signore Marcello Fabris (Stefano Scandaletti). Nel frattempo i soci di Hong Kong cominciano ad innervosirsi e il sassolino che ha cominciato a rotolare dopo l’annuncio del ritiro della banca diventa a poco a poco una frana che avrà effetti disastrosi e per qualcuno letali.
La splendida fotografia di Daniel Mazza, così come le scenografie di Leonardo Scarpa e i costumi di Marianna Peruzzo rendono di rara densità cinematografica una vicenda e una serie di personaggi di grande drammaticità.
Oltre a quelli già citati, ma davvero non c’è un interprete fuori posto nemmeno nelle scene più brevi o di raccordo, vanno ricordate almeno le tre donne che accompagnano la vita di Rampazzo, cioè la moglie (Nicoletta Maragno) e le figlie (Maria Roveran e Roberta Da Solier) e Shi Yang Shi, bravissimo giovane attore cinese che interpreta il rappresentante in Veneto della società di Hong Kong interessata nell’affare.
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