Un documentario di impegno civile
Santiago, Italia
(Italia, 2018)
Regia: Nanni Moretti
Durata: 80 minuti
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti
Uno dei film più importanti del 2018 esce verso la fine dell’anno e non è un film di finzione, ma un documentario, realizzato da un regista che di documentari ne ha fatti pochissimi.
Possiamo ricordare infatti un solo titolo, nella lunga e importante filmografia di Nanni Moretti, nel quale il regista romano si è cimentato con il linguaggio della documentazione cinematografica, ed è quel La cosa, che risale al 1990 e racconta il passaggio dal Partito Comunista Italiano ad una nuova forza politica dopo il crollo del muro di Berlino.
In Santiago, Italia si torna al 1973, anno in cui, in un 11 settembre che pare essere davvero una data fatale, le truppe golpiste del generale Augusto Pinochet assaltarono il palazzo del governo a Santiago del Cile. Salvador Allende, una delle figure più luminose della politica del Novecento, che era diventato presidente dopo le elezioni del 1970, muore, forse suicida, ma le circostanze non sono state ancora del tutto chiarite. I militari, che potevano godere dell’appoggio evidente e organizzato del governo statunitense, del segretario di Stato Henry Kissinger e della Cia, rovesciano il legittimo governo e instaurano una dittatura fascista che durerà fino al 1990.
Perché un autore come Nanni Moretti ci invita a volgere lo sguardo ad avvenimenti di un passato che per qualcuno potrebbe essere remoto, aggiungendo fin dal titolo un riferimento e un parallelo al nostro Paese?
La risposta sta forse nell’improvvisa ritrosia che il regista, spesso anche protagonista dei suoi film, mostra in quest’opera, apparendo solo in due brevissimi momenti. Il secondo dei quali, quando entra nel campo della macchina da presa per rispondere ad un ex-militare che gli contesta la parzialità delle domande che gli vengono poste, dicendo: «Io non sono imparziale!». Ammissione di poetica e di politica al contempo, perché è davvero impossibile, ed è giusto riconoscerlo, fingere di non essere coinvolti quando si raccontano, facendole raccontare da chi le ha vissute, vicende che hanno avuto e probabilmente hanno ancora effetti non solo sul Paese latinoamericano ma anche sul resto del mondo, Italia compresa.
Ecco quindi che in questo film, straziante e bellissimo, prendono volto e voce gli avvenimenti conosciuti e anche quelli in apparenza minori, come il ruolo che ebbero due giovani funzionari dell’ambasciata italiana in Cile nell’ospitare e far poi espatriare centinaia di oppositori del regime fascista.
Immagini d’epoca e ricordi dei testimoni si alternano in una lunga e accorata riflessione su quello che potrebbe esser stato ed è stato stroncato dalla violenza.
Santiago, Italia è un film importantissimo, da proiettare, non mancheranno certo insegnanti sensibili, anche nelle scuole superiori.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento