L’intelligente ricetta di Pitza e datteri
Pitza e datteri
(Italia, 2015)
regia: Fariborz Kamkari
con: Giuseppe Battiston, Maud Buquet, Mehdi Meskar, Giovanni Martorana
durata: 92 min.
Giudizio Cnvf: consigliabile/brillante/dibattiti
Non sapremmo dire – grande è la confusione sotto il cielo – se quella indistinta categoria che va sotto il nome di “gente” sia più o meno illuminata di coloro che sono stati delegati a governare. I fatti di cronaca mandano segnali contraddittori, che vanno da straordinari esempi di solidarietà ad agghiaccianti episodi di respingimento.
Sappiamo con qualche piccola certezza in più che, a volte, il cinema ha senza dubbio uno sguardo più chiaro e profondo sulle cose che ci accadono intorno. È il caso di questo piccolo e generoso film, che racconta con i toni di una commedia, che a volte sfiora delicatamente la fiaba, una storia che potrebbe essere di vita quotidiana.
Siamo a Venezia. Il luogo di culto di una piccola comunità islamica è stato smantellato dalla polizia e al suo posto ora c’è un salone di parrucchiere, gestito da Zara (Maudu Buquet), una donna turco-francese di religione islamica, che è però più interessata a organizzare collettivi femministi. Si mette insieme un piccolo gruppo di resistenti, che vorrebbero far tornare il luogo alla sua destinazione originaria, capeggiato da Saladino (Mehdi Meskar), un giovanissimo imam di origini afghane, e formato tra gli altri da Bepi (Giuseppe Battiston), da un veneziano orfano e pieno di problemi con la legge e da un curdo eternamente vagabondo.
Opera seconda di Fariborz Kamkari, curdo-iraniano nato in Italia, che già aveva tratto da un suo romanzo il drammatico e bel film I fiori di Kirkuk, Pitza e datteri si gioca con levità e tenerezza sui toni di un racconto che pone l’attenzione all’infinita ricchezza degli esseri umani, in grado di andare oltre pregiudizi e stereotipi che non sono mai il mezzo utile a comprendere le ragioni degli altri.
L’Orchestra di piazza Vittorio, straordinario gruppo musicale multietnico fondato nel 2002 da Mario Tronco degli Avion Travel, firma ed esegue il bellissimo commento musicale. Scelta quanto mai adeguata, perché proprio la musica e, come recita il titolo, il cibo sono i due esempi migliori che si possono proporre del fatto, incontrovertibile anche da parte del più vieto degli sciovinisti, che solo la mescolanza di origini, di sapori, di ingredienti, di culture può dar risultati di gusto, bellezza ed armonia che non hanno confronti. Venezia e il Veneto lo sapevano bene, un tempo. Per chi se ne stia dimenticando, anche questo film può essere utile a rinfrescare la memoria.