L’amicizia a noleggio lascia ben poco
Tramite amicizia
(Italia, 2023)
Regia: Alessandro Siani
Con: Alessandro Siani, Max Tortora, Matilde Gioli, Paola Lavini, Maria Di Biase
Durata: 90 minuti
“Vi siete mai fatti un calcolo personale su quanti amici potete contare nel momento del bisogno? E siete proprio sicuri che loro non vi tradirebbero mai?”. Domande di un certo peso quelle poste da Alessandro Siani, regista e protagonista della sua ultima fatica Tramite amicizia. La trama, portata avanti da un buon cast, pur non entusiasmando, procede però con una sua logica.
Il protagonista, Lorenzo Monaco, è imprenditore di sé stesso: possiede un’agenzia, la “Tramite amicizia”, che noleggia la sua stessa persona. Quando qualcuno ha bisogno di un amico e non sa a chi fare riferimento, ecco che può chiedere l’intervento (a pagamento, naturalmente) di Lorenzo. Il protagonista abita con la cugina Filomena (bene interpretata da Maria Di Biase) e il marito di lei Ernesto (interpretato da Yari Gugliucci): quest’ultimo sta per essere licenziato dall’industria dolciaria dove lavora perché il proprietario Alberto Dessè (magistralmente interpretato da Max Tortora) vuole venderla. Sta passando, infatti, un brutto periodo e uno stato depressivo gli ha fatto passare la voglia di portare avanti la sua azienda. I dipendenti, per salvare il loro posto di lavoro, decidono di ingaggiare Lorenzo, convinti che un amico potrebbe far tornare il buonumore al titolare fino a farlo convinto a non vendere. Lorenzo viene affiancato in questa impresa anche da Maya (interpretata da Matilde Gioli), una donna che vive un po’ alla giornata e che coglie in questa occupazione un’opportunità per sé. Gli spunti che la sceneggiatura potrebbe fornire, a partire dalle domande che aprono il film, non trovano però un riscontro adeguato nello sviluppo della storia. Basti pensare alla questione della grande solitudine che attanaglia molte persone nonostante, attraverso i social e gli strumenti digitali, possano vantare possibilità di connessione mai viste prima d’ora. Un altro tasto dolente, purtroppo, è la comicità: battute ripetitive, un po’ stantie, giochi di parole abbastanza scontati, frasi in lingua straniera che possono essere considerate proverbiali banalmente fraintese. Insomma, non riesce a far ridere come probabilmente vorrebbe. Una pellicola che non può dirsi pienamente riuscita: incapace di valorizzare gli attori, poco convincente in gag e battute, un uso del dialetto napoletano che la fa risultare quasi autoreferenziale, non riesce nell’intento di lasciare qualcosa allo spettatore. La storia del cinema insegna che un buon attore teatrale potrebbe non essere ugualmente bravo davanti ad una macchina da presa: purtroppo, questo film lo mostra chiaramente lasciando il pubblico un po’ deluso al termine dei novanta minuti di visione.
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