C’è chi spera che queste elezioni europee ridiano impulso al sogno europeista; chi invece vorrebbe smontare pezzo per pezzo la casa comune; chi guarda al risultato continentale e chi a quello locale; chi è contento (figli) o preoccupato (genitori) per le scuole chiuse a causa del voto. E infine chi spera che lunedì 27 maggio arrivi al più presto. Magari, dopo, qualcuno ai piani alti ritornerà ad occuparsi dell’Italia e degli italiani.
È orrendo finire sotto una valanga, dove puoi lasciarci la vita; è terribile che ciò succeda sotto il Carega, che non è certo un ghiacciaio andino. Ma la cosa più stupefacente è che questo accada il 14 maggio…
Asfalti di qua, asfalti di là, asfalti dove non avresti mai detto, asfalti in tratti di strada che non vedevano bitume dal secolo scorso, lavori in corso come se piovesse e tutti assieme… Per caso arriva il Giro d’Italia da queste parti?
Povera Greta, l’hanno trovata ibernata. C’è talmente tanto freddo che si sono formati dei ghiacciai a Lampedusa. Ora si tenterà di salvarla aspettando il surriscaldamento globale, che alla fine qualcosa servirà. Scherzi a parte, la ragazzina svedese ci ha portato fortuna e dobbiamo ringraziarla. Da quando è arrivata, è finita la siccità, in montagna c’è tanta neve che si scierà fino a luglio, l’inquinamento è stato spazzato via dalle frequenti bufere, gli orsi sono tornati in letargo. Gli unici preoccupati sono i bagnini romagnoli, da quando al largo di Riccione è stato avvistato un iceberg…
Speriamo che arrivino presto, queste elezioni europee, perché non se ne può più: magari dal giorno dopo si smetterà di polemizzare su ogni fregola sul tavolo e si uscirà da questa campagna elettorale permanente che ormai ci ammorba dal 2017. Succeda quel che succeda, ci arrendiamo.
Si aggravano le condizioni di salute dell’ambientalista Greta, già molto raffreddata causa brutto tempo e ora peggiorata: troppo freddo, pioggia, vento. Terribili, le conseguenze del surriscaldamento globale…
Non vorremmo far discorsi populisti o, peggio, da bar. È che, ogniqualvolta leggiamo le incredibili peripezie che certi rappresentanti politici (chiariamo: eletti dal popolo con il voto!) affrontano pur di intascare qualcosa dal loro ruolo, ci sovviene il principe De Curtis quando, in un film, chiosò: «A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?».
Un milione di specie animali (mai 723.440, per dire) si estingueranno a causa dell’uomo da qui al… E segue sempre cifra fissa. E poi il mare che ci sommergerà, le temperature arroventate, il cibo che mancherà, gli uomini che sono o troppi o troppo pochi, le migrazioni bibliche… È chiaro che il tiepido non fa notizia, non fa parlare; che il gelido e il bollente fanno più impressione. Ma così è un’apocalisse continua. Spesso falsa ma tanto chi verifica? E di brutto c’è che un’apocalisse al giorno toglie l’allarme di torno. O ci costringe a vivere in perenne sospensione sul burrone, in uno stato d’ansia che nemmeno ci permette di vedere quanto di buono c’è in giro. Ad esempio, non si muore più (nel senso di intere popolazioni) di fame né in Africa né a Calcutta. Segno che c’è più cibo e viene distribuito meglio. O pure questo è un brutto segno?
Greta? Purtroppo la ragazzina svedese non sta bene, si è presa un terribile raffreddore causa botta di freddo a maggio, evento tipico del surriscaldamento globale.
Come siamo riusciti a passare, nel giro di pochi anni, da genitori che ti pelavano la zucca se portavi a casa una nota data a scuola, a genitori che fiancheggiano i figli che commettono omicidi, stupri, violenze? Saranno pure pezzi di cuore, ma è anche evidente che hai cresciuto pezzi di qualcos’altro. Il nostro ruolo è essere educatori, non complici.