Cos’abbiamo in tasca?
Pochi spiccioli, al massimo una Margherita.
Però ho voglia di una bella cena di pesce…
Sì ma chi paga?
Facciamo così: chiediamo i soldi in prestito, così facciamo seratona.
E dopo, chi restituirà i soldi?
Beh, intanto andiamo a mangiare…
(dialogo intercettato in una stanza governativa, a Roma)
Leggevo la riflessione di uno intelligente, sulla differenza tra il governare e il far credere di governare (insomma, molte dichiarazioni e pochi atti concreti), quando si è diffusa la notizia del famoso decreto-Genova – atteso da quasi due mesi – che sembra sia stato scritto un po’ con le mani e un po’ con i piedi, e lo spazio “coperture finanziarie” sia stato lasciato in bianco. Perché c’è chi pensa che le cose cambieranno se si dice intensamente che cambieranno. Non basta?
Non hanno alcuna legge da esaminare, da scrivere, da completare, da cambiare. Non hanno nulla di nulla da fare. Sono i nostri parlamentari, che in realtà sono disoccupati causa… Governo: si discute di migliaia di cose, ma a parte un paio di decreti, questo Governo è assai inconcludente. Gli amanti della democrazia dicono: bene così, chiudiamo il Parlamento e trasformiamo quell’aula sorda e grigia in un bivacco di capre. Un discorso già sentito alcuni decenni fa. Boh, troviamo qualcosa da fare a questi disoccupati, o diamo loro un reddito di cittadinanza, che almeno ci costano di meno.
È vero, ormai quasi tutti girano in auto affidandosi ad apparecchiature che indicano dove andare, dove svoltare, ecc… A cominciare dal nostro smartphone. Ma i pochi che girano alla vecchia maniera per Verona, e cioè guardando i segnali stradali, rimangono alquanto straniati da cartelli stinti o spostati, indicanti direzioni o distanze sbagliate, oppure immersi in una selva di cartellonistica pubblicitaria nella quale la località più vicina è nascosta tra cantine, ristoranti, bed and breakfast, centri commerciali… Non so a chi spetti fare un po’ d’ordine e un miglioramento della situazione, ma se cominciasse a farlo…. Grazie.
Sul quotidiano locale leggiamo del “ritorno di Al Bano e Romina”. Dai, una buona notizia anche se non capiamo la notizia. Se ritornano, i signori Al e Romina Bano se n’erano andati? E dove, dato che è da anni che non sentiamo parlare che di loro? Beati i britannici, che hanno le coppie reali mentre noi ci dobbiamo accontentare dei Banos.
Tra la marea di idioti che si divertono a sporcare monumenti e abitazioni con scritte e disegni fatti con lo spray, ogni tanto c’è pure qualche "artista" che merita il nostro applauso. Come gli autori di certi splendidi disegni che hanno cambiato il volto di muri industriali o di cabine elettriche. O come quel genio che, a Poiano, ha vergato un efficace “Scemo chi elegge”. Già.
I veronesi sono circa 900mila secondo l’Anagrafe. Qualche milione, secondo il numero di supermercati che stanno aprendo un po’ ovunque sul nostro territorio provinciale. In un paese della cintura urbana ne hanno appena inaugurato uno a cento metri da un altro, di dimensioni non proprio ridotte. Ma lo stesso fenomeno è facilmente riscontrabile in città come in altre parti della provincia. Ecco perché siamo così ciccioni: mangiamo il doppio di prima.
Siamo molto contenti che l’inutile Mobility Day bloccherà inutilmente il traffico in città per sette domeniche, impedendo inutilmente la circolazione “delle auto più vecchie” dalle 10 alle 19. Molti vigili saranno inutilmente chiamati a lavorare di domenica per impedire ad alcune vecchie Panda di rovinare l’aria cittadina, peraltro un fiore mezz’ora prima e dopo il Mobility Day, una vera gardenia nei quartieri circostanti che saranno più affollati del solito, un bouquet profumato nel resto della settimana. Ma più sono inutili, più le cose si fanno.
Oddio, ma a uno come Danilo Toninelli, invece del ministero delle Infrastrutture e dei lavori pubblici – insomma un posto-chiave per il Paese, dove ci vogliono intelligenza, competenza, capacità di fare: si pensi solo alla ricostruzione del ponte di Genova, all’alta velocità, ai gasdotti, al collettore del Garda… –; insomma ad uno con la fronte sì spaziosa non si poteva dare il ministero alle Varie ed eventuali?
Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità. Ora, a New York, i genitori sul certificato di nascita del figlio potranno mettere la voce “gender X” se l’idea di qualificare il pargoletto come maschio o femmina procura loro turbamenti insormontabili. Così, a prima vista, sembra un’idiozia, ma lì ci si sposa al casinò con il proprio armadio. In realtà, appunto, è un grande passo verso il sogno di milioni di italiani: andare all’anagrafe e “battezzare” il figlio non come maschio o femmina, ma come juventino o gialloblù (gender H come Hellas).