A spasso con il cane - Via con... Vento
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Qui dove la pietra ha modellato natura e abitazioni

Sopra Negrar l’alta Valpolicella merita un giro

Parole chiave: Prun (1), Marano (3), Sant'Anna d'Alfaedo (2), A spasso con il cane (85), Santa Cristina (2)
Qui dove la pietra ha modellato natura e abitazioni

Una passeggiata suggestiva e piacevole per umani e quattrozampe, nell’alta valle di Negrar, ai confini con i territori di Marano e Sant’Anna d’Alfaedo, per scoprire i luoghi di estrazione della pietra di Prun o pietra della Lessinia, ma anche gustarsi un paesaggio di rara bellezza.
Si può raggiungere Prun superando Negrar e procedendo verso Jago di Sopra. Nei pressi del ristorante Valpolicella si troverà una prima cava, poi dismessa. Arrivati alle cave di Prun, sulle pendici del monte Fane, vale la pena fare una breve sosta per ammirare la recente opera di messa in sicurezza di questo luogo di importanza essenziale per l’economia del territorio. E di grande suggestione: le cave sorgono a cielo aperto o, nel caso di questo sito, sono scavate nella montagna, formando gallerie da cui si diramano diversi cunicoli e grotte ben visibili osservando anche solo dall’ingresso.
La pietra ricavata a scaglie è tenera e di facile estrazione, e il suo colore l’ha resa famosa e inconfondibile, presente in modo massiccio nell’architettura della Lessinia e punto di forza anche di edifici e monumenti in tutta la provincia. Da pochi anni è possibile organizzare visite guidate o partecipare a eventi e degustazioni che permettano di conoscere questo e altri siti prestigiosi e di grande valore storico e culturale. Per farlo si potranno consultare i siti internet dei comuni interessati.
Superato il sito delle cave, arriviamo in cima alla strada, e alla biforcazione seguiamo verso destra, raggiungendo dopo poche decine di metri uno spiazzo dove poter parcheggiare la nostra automobile per iniziare il trekking insieme al nostro cane. Davanti a noi si può ammirare la bellissima chiesetta di Santa Cristina, risalente al XVI secolo, edificata dai residenti e dedicata alla loro santa patrona, che contiene all’interno la famosa pala raffigurante La Vergine fra le sante Lucia, Agata, Cristina e Caterina d’Alessandria.  
Siamo nell’omonima contrada che rappresenta l’ultima parte del territorio di Marano e si trova sulla zona di confine tra la valle di Fumane e quella di Negrar, dove un tempo sorgevano numerosi mulini a vento, perfetti per sfruttare la fortunata esposizione di questo crinale.
Qui, dietro il piccolo bar che si affaccia sulla strada, vedremo la segnaletica che ci indica i diversi sentieri, ben posizionata davanti alla chiesetta. Noi seguiamo le indicazioni per Mondrago, che ci permettono di fare un percorso ad anello immergendoci in una natura incontaminata e silenziosa. Questa parte della Lessinia si caratterizza per la presenza dei ciliegi, uno dei prodotti più caratteristici dell’alta Valpolicella, alternati a pascoli e a tratti di vegetazione con un ricco sottobosco e dove affiora la pietra rosa, utilizzata anche per delimitare tratti di sentiero. Si procede in leggera discesa e si arriva a una minuscola contrada: Masetto.
A quel punto, seguendo i segnali rossi e blu tracciati sulla pietra, svoltiamo a destra, inoltrandoci per un sentiero che prima scende e poi sale dolcemente superaiamo il piccolo rio e ci portiamo nel cuore di Mondrago. Questa contrada sorge su un crinale ed è un tipico esempio di insediamento della Lessinia con l’utilizzo massiccio della pietra e la presenza di una murata a strapiombo verso la vallata. Come spesso avviene per i piccoli borghi di montagna, al centro del borgo si trova la piccola chiesa, che si affaccia su un sagrato in meravigliosa pietra bianca e rosa, circondata da case con corti aperte, capanne, stalle e cantine. Intorno al paese, situati talvolta nelle tradizionali vasche in pietra, ci sono anche numerosi orti ben curati e spazi per il ricovero degli animali. Uscendo da Mondrago camminiamo per un tratto in leggera pendenza e dopo circa un chilometro ci immettiamo nuovamente sulla strada, raggiungendo l’automobile nei pressi della chiesa.
Al di là degli enormi capannoni destinati all’allevamento, purtroppo un neo nel paesaggio splendido e verdeggiante di questa zona di montagna, questo e altri itinerari che conducono verso Cerna, Marano e Valsorda sono ideali in ogni stagione dell’anno. Rientrando verso casa sono tanti i paesi e le frazioni dove programmare una sosta per una merenda a base dei prodotti tipici della Lessinia. Ma si consiglia di portare in ogni caso una buona scorta di acqua.

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