Monte Tenda oasi di biodiversità da valorizzare
di MARCO BOLLA
A Soave si rifà il “lifting” al colle sul quale sorge il castello scaligero
di MARCO BOLLA
A Soave sono già iniziati i lavori per la messa in sicurezza e la valorizzazione del monte Tenda, un colle di proprietà comunale sul quale sorge il castello scaligero. I lavori fanno parte di un progetto denominato “Biodiversity Bridges” creato dall’associazione veronese Wba (World biodiversity association), una onlus senza scopo di lucro che si occupa di censire la biodiversità attraverso spedizioni naturalistiche nelle aree in cui è più concentrata, e di tutelarla con una capillare azione educativa, in particolare rivolta ai giovani.
Il progetto, finanziato con 415mila euro dalla Fondazione Cariverona nel contesto del bando Habitat 2020, è indirizzato alla valorizzazione di tre aree: la Palude del Brusà a Cerea; il Parco Valpolicella tra Fumane e Marano di Valpolicella e, appunto, il parco del monte Tenda a Soave. Gli interventi, che coinvolgeranno vari enti e associazioni e dovranno essere effettuati entro due anni, prevedono la mappatura delle emergenze naturalistiche, il censimento delle specie vegetali e animali, l’individuazione delle maggiori criticità legate al mantenimento degli equilibri ecologici, la realizzazione di soluzioni idrauliche e forestali per la salvaguardia delle aree e la messa a dimora di tre ettari di bosco.
Per quanto riguarda Soave, il monte Tenda rappresenta un luogo particolare perché è ricco di varietà vegetali. Agli inizi del Novecento il colle si presentava brullo e pietroso, a causa di un processo di disboscamento probabilmente iniziato qualche secolo prima per recuperare terre da usare per la pastorizia ovi-caprina. Quindi vi fu un’opera di rimboschimento con cipressi che fu festeggiata il 14 maggio del 1914, in occasione della prima festa degli alberi. Oggi sul colle, oltre alla cipresseta, sono presenti delle boscaglie di roverella, orniello, robinia e carpino nero frammiste ad arbusti, tra i quali scotano, viburno lantana, corniolo, marruca, biancospino, acero campestre e prugnolo.
Per addentrarsi nel monte c’è un percorso all’interno di una galleria di alberi, pareti rocciose e muretti a secco che conduce nei pressi di un’ex cava, dove si sviluppa un piccolo ambiente di prateria arbustata, circondato da pini neri e boscaglia di latifoglie. È una zona interessante sotto il profilo naturalistico in quanto, oltre ad ospitare alcune essenze floristiche di pregio, è particolarmente vocata per alcune specie di uccelli protette a livello europeo. Per mettere in sicurezza il Tenda sono previsti alcuni lavori: il primo è di natura sanitaria.
«Il nostro colle – spiega Angelo Dalli Cani, consigliere con delega all’associazionismo che ha seguito il progetto – è colpito da decenni dalle larve della processionaria, un insetto infestante e nocivo perché priva le piante di parte del fogliame compromettendone il ciclo vitale. Ciò ha una ricaduta negativa non solo per la vegetazione, ma anche per il mondo animale e le persone. Grazie ai volontari dell’associazione “Amici delle antiche torri”, all’inizio di gennaio sono stati rimossi e distrutti circa 300 nidi di processionaria che si trovavano soprattutto nel pino nero; prossimamente ne verranno distrutti un altro centinaio nei punti più alti».
Il secondo intervento riguarderà l’abbattimento di circa 200 piante malate o morte per poi metterne a dimora circa 230: «L’abbattimento delle piante è già stato concordato con il Corpo forestale dello Stato – sottolinea il consigliere –, però dobbiamo aspettare l’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza di Verona». Successivamente nei pressi di un’ex cava ora adibita a parete d’arrampicata, verrà creata una protezione in acciaio in quanto c’è uno strapiombo pericoloso; infine, a marzo si procederà con la pulizia da erbacce e rovi utilizzando un… gregge di pecore e capre, in modo da creare un prato calpestabile.
Una volta finiti i lavori, si partirà con le attività didattiche per le scuole. Il progetto, infatti, prevede anche la realizzazione di laboratori all’aperto in prossimità delle aree naturali: si tratta di strutture definite Bio-Lab (Biodiversity laboratory) nelle quali gli studenti potranno utilizzare strumenti ed attrezzature per lo studio della biodiversità. Il progetto, inoltre, prevede la realizzazione di itinerari per turisti ed escursionisti con l’installazione di tabelle informative. Le attività e gli interventi previsti per il monte Tenda prevedono un costo di 33mila euro: circa 30mila arriveranno dal finanziamento della Fondazione Cariverona e 3mila dalle casse comunali. «Alla fine del progetto – conclude Dalli Cani – i quattro Comuni coinvolti, quindi anche Soave, saranno i primi del Veneto ad ottenere la certificazione creata da Wba onlus denominata “territorio amico della biodiversità”».
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