Dentro questa “Boscaja” nuovi boschi nei terreni incolti
di RENZO COCCO
Progetto di rimboschimento pluriennale guidato dalla coop Ca’ Magre di Isola della Scala
di RENZO COCCO
Agli inconcludenti “bla bla bla” (per dirla con le parole di Greta Thunberg) dei potenti della Terra che si sono riuniti prima al G20 di Roma e poi alla conferenza mondiale dell’Onu a Glasgow per contrastare i disastrosi cambiamenti climatici, arriva ora da Verona una piccola ma concreta risposta. Si tratta del progetto “Boscàja”, un piano pluriennale di rimboschimento di terreni marginali della pianura e della collina veronesi che vede capofila la cooperativa agricola Ca’ Magre di Isola della Scala, con una decina di associazioni del non profit, enti locali, scuole e (in veste di sostenitrici) le Fondazioni Zanotto e Cariverona.
L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi e si è conclusa con l’interramento di una piantina di quercia (simbolo di forza e di resistenza) di quello che diventerà un bosco di 1,5 ettari intitolato al prof. Giorgio Zanotto, compianto presidente di Banca Popolare. Perché piantare alberi? Perché il ruolo dei boschi è fondamentale nella salvaguardia del clima, dal momento che assorbono grandi quantità di anidride carbonica (CO2), mitigano gli eccessi climatici, fungono da corridoi ecologici per la fauna, favoriscono l’aumento della biodiversità, aiutano a mantenere la regimazione delle acque di superficie e fanno da diga ai rischi idrogeologici.
Per contrastare i cambiamenti climatici, il prof. Stefano Mancuso, ordinario di Scienze e tecnologie agrarie, ambientali e forestali all’Università di Firenze (considerato uno dei massimi esperti mondiali) ha stimato che si dovrebbero piantare nel nostro Paese 2 miliardi di alberi. Va detto che, per sostenere il rimboschimento, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato 330 milioni e 30 milioni all’anno sono stati “postati” nella legge di Bilancio con l’obiettivo di riuscire a impiantare 6,6 milioni di alberi. Ci si sta dunque muovendo, seppur in ritardo, nella giusta direzione.
Il progetto “Boscàja” verrà attuato in diverse zone abbandonate e incolte della pianura e della media collina veronesi. Tutto nasce dall’esperienza maturata dalla cooperativa Ca’ Magre che, negli ultimi vent’anni (come ha ricordato il suo fondatore e presidente Antonio Tesini), ha piantato nell’area della palude Pellegrina – una delle tre zone umide che formano le Valli Grandi Veronesi – ben 800 alberi di specie autoctone. Ora il rimboschimento si estenderà ai terreni di aziende agricole di Minerbe, San Martino Buon Albergo e Verona sud che hanno messo a disposizione 17 ettari (51 campi veronesi).
L’auspicio degli organizzatori è che altri imprenditori del settore aderiscano all’iniziativa in modo da estendere significativamente le aree di piantumazione. Al mondo delle imprese (che possono così attuare la responsabilità sociale), alle associazioni e ai singoli cittadini si chiede di sostenere il progetto con un impegno economico: 2mila euro l’anno per cinque anni per ogni ettaro di bosco adottato; 1.500 euro per i successivi 5 anni, somme tra l’altro detraibili fiscalmente.
Il contributo sarà destinato in gran parte agli agricoltori che mettono a disposizione i terreni e la restante parte alla copertura dei costi di cura e di manutenzione dei boschi realizzati. Si andranno così a recuperare terre improduttive, a dar loro una nuova vita e a utilizzarle per quanto possibile anche in termini economici. Si pensi alla produzione di legno, materia prima preziosa che importiamo in gran parte dall’estero; ma anche alle coltivazioni dei frutti di bosco e delle piante officinali (si veda la bellissima esperienza di Sprea, frazione di Badia Calavena).
L’iniziativa, coordinata da un comitato tecnico, punta a realizzare una vera e propria “rete di boschi”, coinvolgendo di volta in volta diversi e molteplici soggetti. Una prima positiva risposta è arrivata dalla Fondazione Giorgio Zanotto, che ha deciso di sostenere l’iniziativa perché – ha detto il suo segretario Alberto Motta – «questo progetto è in linea con le urgenze climatiche e sottolinea la sensibilità che il prof. Zanotto ha sempre avuto verso questi temi».
Un altro aspetto importante che caratterizza il progetto è il coinvolgimento della scuola e dunque delle nuove generazioni, che sui temi ecologici e ambientali stanno mostrando grande sensibilità e chiedono concretezza di risposte. Sarà l’associazione Amentelibera di San Bonifacio, in collaborazione con i Comuni, ad attuare un programma educativo e didattico nelle scuole dell’Est veronese e della Valpolicella, utilizzando il progetto “Boscàja” come esempio concreto di salvaguardia dell’ecosistema e di utilizzo sostenibile delle risorse. Questa parte del progetto ha trovato il sostegno di Fondazione Cariverona che, nell’ambito dell’azione “Prendersi cura della Terra”, ha premiato l’associazione Amentelibera e il suo qualificato impegno nel campo educativo.
Da Verona arriva dunque un messaggio coraggioso e lungimirante: non basta lanciare, come è stato fatto a Glasgow, un’alleanza per fermare (cosa peraltro necessaria e urgente) la deforestazione in atto; ma occorre, contemporaneamente, dare vita a nuovi boschi, alla piantumazione di specie vegetali quasi scomparse, alla realizzazione su terreni privati e pubblici di aree verdi. Il progetto “Boscàja” non è un’utopia ma un esempio realistico di come sia possibile realizzare tutto questo purché si abbia a cuore il nostro presente e il futuro delle generazioni che seguiranno.
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