Il saluto del parroco don Bianchini dopo 14 anni di ministero pastorale
di LIDIA MORELLATO
Abbazia gremita a Isola della Scala per l'ultima Messa del sacerdote
di LIDIA MORELLATO
Si è tenuto in un’abbazia gremita di fedeli il solenne saluto all’abate don Roberto Bianchini che lascia la parrocchia di Isola della Scala dopo quattordici anni di servizio pastorale in paese. Un momento di distacco non facile ed emotivamente impegnativo per tutti.
Reciprocità e grande collaborazione con la comunità. È con queste parole che don Roberto, profondamente emozionato, ha introdotto la celebrazione di domenica scorsa alla presenza di una moltitudine di persone che hanno voluto essere presenti per manifestargli il profondo affetto, stima e gratitudine maturati in questi arricchenti anni di condivisione di un tratto di strada percorsa insieme. Una comunità viva con la quale ha «istaurato un cordone ombelicale di vita e reciprocità», che ha ringraziato durante la sua omelia senza dimenticare nessuno, riservando, come sempre è solito fare, un pensiero agli ammalati e alle persone in difficoltà. Rifacendosi poi alla citazione di san Paolo, in un clima di palpabile commozione, ha concluso: «A voi, dico: mi siete diventati molto cari». Un caloroso e scrosciante applauso e poi la consegna di alcuni doni: un pregevole crocifisso realizzato a mano in un monastero francese, una pergamena, una scatola contenente pensieri affettuosi e un contributo economico.
Un saluto è giunto anche dall’amministrazione comunale con le parole di apprezzamento del sindaco Luigi Mirandola. E poi l’abbraccio fraterno con il vicario parrocchiale don Michele Marani per il quale è stato «fratello, amico e padre». Alla fine della celebrazione c’è stato anche un momento per un saluto personale, un sorriso, un’ultima foto. Lo scambio di uno sguardo riconoscente, poche parole per frenare l’onda delle emozioni che appena girato l’angolo hanno preso il sopravvento velando gli occhi di tanti. Di tutti quei fedeli che “il Buon Pastore mi ha affidato come compagni di viaggio nella meravigliosa avventura di condividere Vangelo, Eucarestia e vita nella fede, nell’amicizia e nella gioia, per quattordici indimenticabili anni”. Così si legge nel depliant che racchiude alcune citazioni evangeliche, scelte e commentate da don Roberto, che nel suo inconfondibile stile di “maestro” appassionato della liturgia, ha voluto donare alla comunità come pietre miliari di una vita vera.
La giornata di festa si è conclusa al Palariso con un pranzo comunitario che ha riunito oltre quattrocento persone e con la proiezione di un video che sintetizzava i momenti più significativi dei suoi 14 anni di servizio in paese. Don Roberto assumerà l’incarico di rettore di San Lorenzo, nel cuore di Verona, in corso Cavour, dove si appresta a vivere una nuova esperienza di “monachesimo interiorizzato”, un progetto di spiritualità aperto a tutti, che si esprime attraverso momenti liturgici, biblici e spirituali offerti in modalità e tempi che vanno incontro ai ritmi di chi vive lo studio, il lavoro, la famiglia, la città. Al suo posto arriverà don Giampaolo Melchiori, già direttore del Centro diocesano di pastorale adolescenti e giovani.
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