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Qui l'autonomia trova casa per allenarsi a vivere da soli

A Marzana l'originale iniziativa dell'Associazione sindrome di Down Agbd

Parole chiave: Disabilità (40), Autonomia (4)
Qui l'autonomia trova casa per allenarsi a vivere da soli

L’autonomia si insegna (e si apprende) affrontando piccoli passi alla volta. Per esempio trascorrendo qualche giorno della settimana lontano da casa, diventando indipendenti nel cucinare il pranzo e la cena, gestendo il tempo libero, spostandosi con i mezzi pubblici, andando in posta o in biblioteca, curando la propria persona. Azioni facili, all’apparenza, che per alcune persone possono diventare ostacoli insormontabili nel vivere serenamente la quotidianità.
Della necessità di tendere la mano con gesti capaci di infondere sicurezza ha piena cognizione l’Associazione sindrome di Down (Agbd) che dal 2005 gestisce un appartamento a Quinto di Valpantena tra le cui mura viene svolto un programma di educazione all’autonomia; è stato acquistato grazie al contributo di Fondazione Cariverona e Banca Popolare di Verona. A questo spazio, cuore del progetto “Autonomamente”, se n’è aggiunto di recente un altro, nella stessa via. Di proprietà di Agec, è stato dato ad affitto calmierato all’Associazione di promozione persone Down, braccio operativo di Agbd fondato da alcuni genitori volontari, che si è presa carico dell’intervento di ristrutturazione dei locali per renderli nuovamente agibili e confortevoli dopo anni di dismissione.
È qui che adesso si alternano attività varie per coinvolgere adolescenti, ragazzi e adulti con sindrome di Down i quali, affiancati da operatori, partecipano a iniziative di accrescimento delle autonomie personali come laboratori per imparare a essere indipendenti nel fare la spesa o nel prendere un autobus. Nei quali, insomma, ricevono le coordinate giuste per mettersi alla prova in concreto nell’autonomia. «Avevamo bisogno di questi spazi per sviluppare il “dopo di noi”, esperienze di semi-residenzialità per tre giorni alla settimana, che comprendono il weekend, destinate a piccoli gruppi di 4-5 persone adulte che hanno già sperimentato nell’altro appartamento l’autonomia e la vita al di fuori della famiglia», spiega la presidente di Agbd Paola Grigoletti. È quel passo in più che alcuni ragazzi riescono ad affrontare da soli, mentre altri hanno bisogno di ulteriore accompagnamento in un ambiente protetto, in prospettiva di quando non ci saranno più mamma e papà ad affiancarli. Diventare autonomi è un processo molto lungo, che non si può inquadrare in un’età anagrafica. Non è sufficiente infatti essere maggiorenni, prosegue, «servono relazioni. Fondamentale per loro è sentirsi parte di un gruppo». E un affiatato gruppo, composto nello specifico da una ventina di volontari, è anche quello che ha partecipato alla sistemazione dell’appartamento.
A comporne le fila, oltre all’instancabile Adriano Pedrolli e alla vicepresidente di Agbd Silvana Sperotto, è intervenuta la Stella mattutina, associazione attiva in Valpantena e nel mondo, che ha interamente curato la ristrutturazione dell’abitazione: dalla progettazione alle opere murarie, dal rifacimento degli impianti elettrici e idraulici alla posa di pavimenti e rivestimenti. «Si tratta di una realtà che coinvolge da una parte artigiani in pensione della zona, che mettono a disposizione la loro esperienza; dall’altra parte, aiuta persone in condizione di svantaggio a trovare occupazione», evidenzia il referente della Stella mattutina, Paolo Melchiori, geometra che ha seguito giorno dopo giorno gli interventi. Il risultato? Sorprendente, rispondono, facendo un paragone tra il prima e il dopo: adesso a disposizione ci sono un ampio salone con cucina e salotto, un bagno, due camere da letto. «L’ideale per far star bene i nostri ragazzi», chiosa Grigoletti. E un bell’esempio di come mettere in pratica il “dopo di noi”: non tanto a parole, ma con i fatti.

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