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L’esperienza di S. Elisabetta che ispira altre Caritas

di REDAZIONE
La casa che accoglie donne in difficoltà, frutto dell’8x1000 

L’esperienza di S. Elisabetta che ispira altre Caritas

di REDAZIONE
Dal 2018 la Caritas ha aperto Casa Santa Elisabetta, una struttura di accoglienza per donne con bambini. Il bellissimo spazio è ricavato all’interno del Monastero di Santa Elisabetta in via Provolo, grazie alla opportunità offerta dalle Sorelle Povere di Santa Chiara.
Ogni famiglia ha il proprio appartamento, ma gli spazi comuni sono fondamentali. C’è una sala ricreativa interna con biblioteca dove i bambini giocano e studiano insieme e una corte esterna. Questi ambienti sono utilizzati anche per i laboratori e le cene condivise. In questi spazi nascono rapporti di amicizia e ci si sente una grande famiglia con molte zie, mamme, nonne, con cui confrontarsi, scoprire cose nuove e condividere la quotidianità.
Ci racconta una bambina di 13 anni che vive in casa: «Una delle regole più importanti è che si ride insieme e non si piange da soli. Condividiamo anche la tristezza e questo la rende una casa più leggera». Si tratta di una residenza che Caritas è riuscita a rendere viva grazie alla fiducia espressa attraverso la firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Ed è proprio in questa struttura che, nei giorni scorsi, Caritas diocesana veronese ha ricevuto la visita della Caritas di Belluno Feltre per uno scambio di pratiche a cui hanno partecipato non solo operatori e volontari, le mamme e ragazzini accolti, le volontarie che animano la struttura, ma anche le Suore Povere di Santa Chiara, che hanno trasmesso tanta gioia all’intero gruppo.
«Da qualche anno – spiega Andrea Genuin, operatore Caritas di Belluno Feltre – organizziamo dei momenti per stare assieme come gruppo, delle gite e degli incontri di convivialità con altre Caritas. Un modo per aprire i confini per evitare di ripiegarci su noi stessi, in una sorta di scambio sempre reciproco, un confronto arricchente sui due fronti. Qui a Verona abbiamo chiesto di visitare Casa Santa Elisabetta che abbiamo conosciuto attraverso la tv e la campagna dell’8xmille: anche noi disponiamo di una struttura simile e vorremmo aprire un condominio solidale come questo». Cosa vi portate a casa da questa visita? «Sicuramente il coinvolgimento e la partecipazione della comunità alla vita della struttura».

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