«Importanti i risultati, più importanti le persone»
di DON GABRIELE VRECH
Una riflessione dell'incaricato al servizio pastorale diocesano per Turismo, Tempo libero e Sport
di DON GABRIELE VRECH
I Giochi della XXXIII Olimpiade (in francese Jeux de la XXXIIIe Olympiade) porteranno un’aria di novità e daranno un volto più giovane all’evento. Alle 28 discipline tradizionalmente presenti nel programma olimpico si affiancheranno sport più recenti come l’arrampicata sportiva, il surf e lo skateboard, già presenti a Tokyo 2020, e inediti come la break dance, che farà il suo debutto ai Giochi. Il tutto per avvicinarsi quanto più possibile al pubblico giovane. Con queste discipline aggiuntive, più moderne e appetibili per le nuove generazioni, Parigi 2024 vuole infatti incoraggiare i giovani a impegnarsi in un’attività sportiva.
Assistiamo in questo tempo “post pandemia” ad un progressivo abbandono, da parte dei più giovani, dalla pratica sportiva. Lo abbiamo messo ben in luce con l’indagine conoscitiva coordinata dal Coni Verona e altre realtà educative del territorio veronese (in collaborazione con l’Ufficio pastorale dello Sport della Diocesi di Verona): lo sport può diventare strumento educativo quando ci sono degli adulti che valorizzano i più giovani a partire da ciò che essi sono.
L’allenamento che porta alla gara, vittorie e sconfitte, successi e insuccessi sono sì la possibilità di scoprire qualcosa su di sé e sulle proprie capacità, ma anche quella di essere guardati e riconosciuti non soltanto per queste: l’attenzione è sulla persona “per ciò che è” e non semplicemente per i risultati che può produrre. Ecco che le Olimpiadi sono una grande occasione per rimettere al centro la persona in tutti i suoi aspetti. Lo aveva messo ben in evidenza san Giovanni Paolo II in uno degli innumerevoli interventi agli sportivi: “Si tratterà di dimostrare alle masse enormi che seguono le vostre prestazioni che ogni atleta, prima di essere un individuo dotato di muscoli saldi e di pronti riflessi, è una vera persona umana, in grado di trascendere qualsiasi riduttivo condizionamento in forza della sua intelligenza, della sua libertà, e quindi anche capace di affermare nelle sue azioni ciò che è conforme obiettivamente al giusto, al vero, al buono. Non vengano mai meno, quindi, tra di voi il gusto della fraternità, il rispetto reciproco, la magnanimità e, se occorre, il perdono, nella leale comprensione reciproca. Fate in modo che l’uomo non sia mai sacrificato all’atleta! Esaltate sempre quanto è veramente buono, mediante una schietta testimonianza dei valori desiderati nell’autentico sport”.
* Incaricato al servizio pastorale diocesano per Turismo, Tempo libero e Sport
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