Splendido e velocissimo ghepardo che non riesce a scappare dal rischio-estinzione
È il felino più veloce sulla terra, ma anche uno dei più minacciati. Nell’ultimo secolo si stima che la popolazione di ghepardi si sia ridotta di circa il 93%...
Nel 2005 è uscito nelle sale il film Duma, che è stato premiato per la categoria “First Screens” al Festival di Giffoni (oggi Giffoni Film Festival), l’annuale appuntamento del cinema per bambini e ragazzi. Diretto dal regista statunitense Carroll Ballard, è basato sul libro autobiografico How It Was with Dooms (1997) di Carol Cawthra Hopcraft e Xan Hopcraft, rispettivamente madre e figlio. In particolare il protagonista è quest’ultimo che, quando aveva dieci anni, ha trovato insieme al padre nei pressi del loro ranch in Kenya un cucciolo sperduto di ghepardo, con cui ha stretto subito amicizia. La trama racconta questo e soprattutto si sostiene sul dilemma che sopraggiunge per il ragazzo alla morte del genitore: cosa farne di questo animale, chiamato appunto Duma, che nel frattempo diventa sempre più grande? La soluzione in queste righe rimane sospesa e assegnata alla buona volontà di chi ci legge, ma rimane per tutti la particolarità di un ruolo positivo a questo animale che nell’immaginario comune è piuttosto legato alla principale avversaria di Wonder Woman, che si chiama Cheetah, ghepardo in inglese. Oltre che il film Duma, un’altra grande occasione di valorizzazione è la Giornata internazionale del ghepardo (4 dicembre) con il suo grande appello alla salvaguardia. Gli esperti ci avvertono che perdere questo animale sarebbe un grande errore, non solo perché ci mancherebbe contemplarne l’eleganza, la rapidità, la delicatezza e nemmeno unicamente per il suo valore totemico legato all’apprendimento, alla velocità di reazione agli stimoli esterni, alla capacità di essere strategici ovvero a concentrare tutta l’energia in una determinata azione o progetto, senza inutili dispersioni. Il felino più veloce della Terra, infatti, nonostante i suoi 100 km/h, non è in grado in questo momento di sfuggire ai tanti pericoli come la perdita dell’habitat, il conflitto con l’uomo e il bracconaggio. Tutto ciò lo rende, secondo l’Unione per la conservazione della natura, una specie vulnerabile; più nel concreto si segnala che negli ultimi cento anni il numero dei ghepardi selvatici è calato del 93%, arrivando dai 100mila esemplari all’inizio del secolo scorso a circa 7mila attuali, distribuiti perlopiù in piccole popolazioni frammentate (soprattutto in Algeria, Ciad, Namibia, Botswana, Iran). A caratterizzarlo rispetto ad altri felini è la testa più piccola e tonda, la marcatura scura ai lati del muso presso i dotti lacrimali, l’assenza di artigli retrattili; inoltre soffre la cattività molto maggiormente, per cui si è riscontrata una forte suscettibilità a malattie e infezioni, che probabilmente sono pure la causa di una scarsa capacità riproduttiva, insieme alla bassa variabilità genetica. Intervenire ora ci permetterebbe di conservarne la specie perché non rimanga solo un ricordo da sfogliare nei fumetti o da ammirare nelle opere d’arte, come in Bacco e Arianna di Tiziano, con il rischio di scambiare anche i due ghepardi in figure mitologiche.
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