Un talk show sui generis che tasta il polso al genere maschile
Il sabato sera per chi ha voglia di prepararsi al riposo notturno con una chiacchierata mai sopra le righe, Ciao Maschio è una buona opportunità. In uno studio buio, illuminato solo al centro, sono posizionate quattro sedie pronte ad accogliere la conduttrice e gli ospiti, rigorosamente uomini.
Il sabato sera per chi ha voglia di prepararsi al riposo notturno con una chiacchierata mai sopra le righe, Ciao Maschio è una buona opportunità. In uno studio buio, illuminato solo al centro, sono posizionate quattro sedie pronte ad accogliere la conduttrice e gli ospiti, rigorosamente uomini. Una coreografia del genere vorrebbe idealmente estrapolare dalla stretta attualità quanto viene detto per portarlo, invece, su temi di portata universale. Come ben esprime il titolo del programma, la conversazione vuole indagare l’universo degli uomini e capire se effettivamente per loro sia arrivata l’ora del declino e non possano più essere considerati come un tempo il cosiddetto sesso forte. Mentre il dibattito sulla scena pubblica porta alla ribalta parità e uguaglianza di generi che paiono continuamente fluttuare senza assumere precise identità, la trasmissione vuole soprattutto misurare il polso della situazione.
Nunzia De Girolamo (nella foto), con alle spalle una carriera politica che l’ha portata anche a ricoprire il ruolo di ministro, pare in tal modo aver lasciato l’impegno civile di rappresentanza del popolo al marito, pure lui parlamentare anche se su un fronte opposto al suo, e ora, con questo programma, si è data (definitivamente?) al mondo dello spettacolo. Probabilmente tra le due attività vi è un nesso, dal momento che la presentatrice se la cava senza particolari problemi in questa nuova avventura, non dando affatto l’idea di essere una principiante, anche se deve migliorare nella capacità di ascoltare le risposte. In lei, della passata attività, di certo rimane la grinta nel porre le domande. La conversazione sul tema prescelto per ogni puntata è facilitata dall’autopresentazione che ogni ospite fa di sé stesso, descrivendosi con alcuni aggettivi. Il salotto dove, secondo la presentatrice, gli uomini “si spogliano” in tv, si anima così gradualmente, essendo gli invitati, provenienti da esperienze di vita diverse, introdotti uno alla volta, volendo conoscerne in profondità l’animo e il pensiero. Le domande sulla vita privata si intrecciano in tal modo alle riflessioni, allo scambio di pareri, mantenendo sempre un buon livello culturale. La conduttrice è perciò attenta che quanto viene detto possa incrementare il dibattito sul tema scelto, arricchendolo di contributi originali. Come donna garantisce un legittimo contradittorio a quanto gli uomini potrebbero dire riguardo al mondo femminile e al tempo stesso assicura che non è ancora arrivato il momento di dover salutare in modo definitivo il genere maschile.
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