Confidenze da una camera d’albergo
Paola Perego ha scelto sicuramente un luogo molto particolare per intervistare dodici donne del mondo dello spettacolo. In una camera d’albergo, con sopra la maniglia della porta il cartello con la scritta Non disturbare, che dà il titolo al programma, si svolgono, infatti, questi dialoghi così speciali...
Paola Perego ha scelto sicuramente un luogo molto particolare per intervistare dodici donne del mondo dello spettacolo. In una camera d’albergo, con sopra la maniglia della porta il cartello con la scritta Non disturbare, che dà il titolo al programma, si svolgono, infatti, questi dialoghi così speciali. Entrata nella suite, la conduttrice non si prepara certo per trascorrervi la notte, ma seduta sul letto inizia a curiosare nella valigia della sua interlocutrice. Le prende di mano perfino il telefono cellulare e sbircia liberamente e divertita le chiamate e i messaggi in arrivo. In circa mezz’ora si vengono così a conoscere molti particolari della vita privata di queste donne già conosciute. Le conversazioni, di certo non in presa diretta, ma abilmente confezionate dal regista a uso dei telespettatori, pur volendo trasmettere un clima d’intimità e genuinità, percorrono la strada già tante volte battuta alla ricerca un po’ intrigante dell’aneddoto. Il tono confidenziale resta coscienziosamente nei limiti della curiosità, senza mai scadere nella morbosità che intaccherebbe il sentire comune del pubblico che segue da casa. Questi dialoghi, infatti, non si prestano per nulla al gossip. La Perego di sicuro desidererebbe subito conquistare l’empatia delle donne che ha davanti, ma questa qualche volta non scatta proprio e si vede la finzione di una simpatia artificiosamente stampata sul volto a puro uso mediatico. Pressappoco ogni 5 minuti, le telecamere staccano dall’interno della stanza all’esterno di un lussuoso palazzo della capitale. Il luogo così insolito designato per la conversazione, con la scusa che un posto di passaggio può favorire meglio confidenze e dettagli di storie mai rivelate – come sostiene a inizio puntata la conduttrice – non aggiunge pressoché nulla al contenuto dell’intervista. Perfino l’invito che fa da titolo alla trasmissione è infranto, quando nel bel mezzo della chiacchierata qualcuno bussa alla porta, nonostante il cartello molto chiaro, per consegnare un regalo o qualcosa che porti rinnovato brio alla conversazione. Terminata l’intervista e uscita dalla camera d’albergo, la presentatrice con pochi aggettivi a volte anche ruvidi descrive il carattere della donna che ha incontrato. L’identica collocazione nella seconda serata di Rai 1 fa tornare alla mente una trasmissione simile di Adriana Asti in onda quarant’anni fa, dal titolo Sotto il divano. In fondo dal divano al letto, la differenza è proprio poca.
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