L’ex iena alle prese con le beatitudini
Il nuovo corso editoriale di Tv2000 è ben rappresentato dal programma Beati voi, talk show ideato e condotto da Antonio Sortino. Alla notizia che il giornalista, ex inviato delle Iene, era andato a lavorare alla Tv dei vescovi italiani...
Il nuovo corso editoriale di Tv2000 è ben rappresentato dal programma Beati voi, talk show ideato e condotto da Antonio Sortino. Alla notizia che il giornalista, ex inviato delle Iene, era andato a lavorare alla Tv dei vescovi italiani lo stupore nel mondo dello spettacolo è stato forte. Un professionista che si era distinto per interviste graffianti che mettevano in ridicolo persone importanti non poteva affatto “convertirsi” alla Chiesa cattolica, pena il suo inesorabile ingrigimento sui temi strettamente religiosi.
Sortino tenta, perciò, con questo suo nuovo impegno di “sdoganare” l’insegnamento più alto di Cristo, le beatitudini, per cercarne tracce d’attualità nell’opinione pubblica. Impresa assai ardua che una semplice trasmissione può solo contribuire a realizzare destando curiosità e magari anche interesse. La scenografia, da città underground, composta da container carichi di merce stoccata, serva del consumismo più effimero e accatastato, così come la descrive lo stesso conduttore, è «immagine della comunicazione oggi, fatta più di scatole vuote che di linguaggi vivi. Il mio intento – continua – è cercare e trovare qualcosa in queste gigantesche scatole».
Si alternano su questo palco essenziale storie di vita né strappalacrime né populiste, che inseguono di là da ciò che si vede un significato più profondo per vivere, intervallate dai provocanti monologhi proposti dall’attore Giovanni Scifoni I grandi temi come la povertà, il dolore, infatti, possono far intavolare interessanti confronti senza essere noiosi e suscitare emozioni pur non scivolando nel sentimentalismo.
Lo stile narrativo di Sortino è quello dell’uomo che pensa senza diventare cerebrale, che s’interroga senza per forza dover trasformare tutto in problema. La trasmissione non è del tutto calibrata, si coglie ancora un che di sperimentale, frammentario, più da cantiere in costruzione che non di opera finita. Il conduttore, nel suo intento di abbattere il cliché che credente voglia dire essere bacchettone, porta però ancora con sé il complesso di doversi giustificare ogni qualvolta dice o fa qualcosa che esce dal seminato dell’immaginario cattolico. In lui vi è ancora la vena della Tv di protesta che ha segnato la sua carriera di professionista e che tenta ora di incanalare in questo nuova scommessa lavorativa che insieme con lui sta percorrendo anche Paolo Ruffini, nuovo direttore di Tv2000 a dopo essere stato a capo per dieci anni di Rai Tre. Se le beatitudini si esprimono per paradossi, anche il suo conduttore incarna alla perfezione questo messaggio.