L’assenza di personaggi noti non premia
Nessuno escluso recita il sottotitolo del nuovo programma di Rai 2 Nemo e infatti all’interno di questo grande contenitore sono raccontate così tante e variegate situazioni di vita che non ne manca alcuna e, in pari tempo, molto spesso vanno a descrivere il mondo difficile di chi la società vorrebbe mettere da parte.
Nessuno escluso recita il sottotitolo del nuovo programma di Rai 2 Nemo e infatti all’interno di questo grande contenitore sono raccontate così tante e variegate situazioni di vita che non ne manca alcuna e, in pari tempo, molto spesso vanno a descrivere il mondo difficile di chi la società vorrebbe mettere da parte. Le telecamere raccolgono dalla viva voce dei protagonisti le storie di chi vive alle periferie della capitale, nei campi rom, nei centri di accoglienza dei profughi, tra gli stranieri presenti nel nostro Paese e in tante altre situazioni che vanno a incrociare esperienze di marginalità sociale. Una lunga serie di contesti problematici spesso invisibili nelle moderne piazze quali sono i social media: dalla povertà materiale all’esperienza religiosa. Sono pure messe alla berlina le ipocrisie di chi, ad esempio, si occupa degli animali d’affezione come se fossero più importanti degli esseri umani. La trasmissione pensata per un pubblico giovanile mostra uno spaccato di mondo altrimenti non presente nei mezzi di comunicazione.
L’ideatore Alessandro Sortino, ex inviato delle Iene poi passato a Tv2000, va a scovare queste storie perché nessuno possa sentirsi tagliato fuori dalla società reale o virtuale. I due presentatori, Enrico Lucci, ex collega dell’autore, e la giornalista Valentina Petrini, al loro compito istituzionale aggiungono quello di opinionisti. Lo stile narrativo di questa lunga carrellata di volti è necessariamente eterogeneo: si passa dal reportage al monologo, all’intervista, al faccia a faccia. La scenografia assomiglia a quella luccicante degli show del sabato sera, tutta frizzante e piena di luci, ma sul palco non salgono i big dello spettacolo né gente in cerca di notorietà, ma soltanto dei non personaggi che torneranno dopo qualche minuto nell’oblio da dove spesso provengono. Molti si trovano un po’ a disagio a raccontarsi di fronte al pubblico, e immediatamente nasce l’interrogativo: ma per quale motivo fanno questo?
La trasmissione, necessariamente variegata a causa di storie tanto diverse, non è ben amalgamata e i passaggi da un argomento all’altro talvolta sono davvero bruschi. Non basta accostare linguaggi e persone diversi e contrastanti per assicurare il buon successo di un programma. Altrimenti c’è il rischio che davvero quasi nessuno, vista la media del 3% di share, più che essere escluso, lo veda.