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Far pensare d’estate si rivela un flop

Con 47 35 parallelo Italia Rai Tre con coraggio ha scelto di continuare anche in estate ad offrire occasioni per approfondire l’attualità politica e sociale. Il conduttore Gianni Riotta, come suggerisce il titolo, si sposta lungo la penisola, alle diverse latitudini entro cui sono compresi i confini della nostra nazione, per portare lì il confronto sui problemi del nostro Paese e del mondo.

Far pensare d’estate si rivela un flop

Con 47 35 parallelo Italia Rai Tre con coraggio ha scelto di continuare anche in estate ad offrire occasioni per approfondire l’attualità politica e sociale. Il conduttore Gianni Riotta, come suggerisce il titolo, si sposta lungo la penisola, alle diverse latitudini entro cui sono compresi i confini della nostra nazione, per portare lì il confronto sui problemi del nostro Paese e del mondo. A tenere banco sono sempre i politici di turno, attorniati da rappresentanti della società civile e da qualche giornalista. Qui però il dibattito, che generalmente avviene all’aperto nelle piazze, non sa di un logorante rimescolamento delle solite cose o al contrario di bagarre, dove vince chi grida più forte. Il giornalista non ha né il fare cerimonioso alla Bruno Vespa né quello da capopopolo come Michele Santoro. Il suo modo di condurre è una terza via, dove si tenta di dare la giusta dimensione ai fatti e si cerca di alzare lo guardo verso un orizzonte più vasto rispetto alle piccole beghe del teatrino nostrano della politica. In questo Riotta mostra uno stile molto british, staccato di condurre. Ben lungi dal volere sbandierare una superiorità intellettuale, afferma con precisione la sua idea aperta a una reale possibilità di confronto con opinioni diverse. Il suo intento è quello di favorire il ragionamento, l’approfondimento permettendo così di dare un nuovo e originale punto di vista sui problemi, definendo, appunto, la sua trasmissione non un talk-show ma un think-show.
In maniche di camicia e con la cravatta, tratta con rispetto i suoi ospiti da lui scelti con cura e con loro in modo pacato tenta di elaborare nuove idee e proposte da mettere sul piatto quando l’attività politica riprenderà a pieno regime. Nelle interviste registrate spesso fa intervenire anche rappresentanti della Chiesa per ascoltare da loro una considerazione autorevole sull’attualità. Anche il pubblico in piazza pone domande in modo ordinato e civile, evitando sfoghi di piazza o lamentele a senso unico. Le sette città, sedi ciascuna di una puntata del programma, sono simbolo di alcuni nodi irrisolti del nostro Paese: dalla disoccupazione al mal governo, fino alla grossa questione dell’immigrazione. Aboliti i facili slogan, il confronto è tutto concentrato sul concreto, su come dare risposte coerenti e credibili a ciò che investe la società italiana. Un misero 4% di share indica che quanti ancora non si sono stufati della politica preferiscono quella urlata a quella ragionata e ciò impedisce a buoni programmi come questo di entrare nel palinsesto invernale.

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