In queste trattorie c’è l’Italia che va
Camionisti in trattoria è un gustoso viaggio tra i locali del nostro Paese dove si fermano per pranzare i conduttori dei mezzi pesanti. Sale in vettura con loro, per imparare a conoscerli e per condividere il pasto, Misha Sukyas (nella foto), chef stellato di origini armene...
Camionisti in trattoria è un gustoso viaggio tra i locali del nostro Paese dove si fermano per pranzare i conduttori dei mezzi pesanti. Sale in vettura con loro, per imparare a conoscerli e per condividere il pasto, Misha Sukyas (nella foto), chef stellato di origini armene. Il programma è giunto alla quarta edizione, dopo che le prime sono state ben condotte da Rubio, già visto in televisione con Unti e bisunti. Rispetto all’irrefrenabile diluvio di programmi e rubriche di cucina che dilagano nel palinsesto di ogni canale, qui sono invece presentate in modo arguto e curioso le storie e i pranzi di questi lavoratori, eroi della quotidianità che svolgono un lavoro pesante, di responsabilità e ricco d’imprevisti. Questi professionisti raccontano le loro vicende professionali e si sentono orgogliosi di presentare i loro luoghi preferiti per mangiare bene e pagare il giusto. Il pasto del camionista deve, infatti, essere abbondante e saporito come quello preparato un tempo dalle loro mamme e nonne. Uno stile distante anni luce dal corretto bilanciamento di carboidrati e proteine. Il conducente di un Tir che si ferma a pranzare, vuole trovare un ampio parcheggio, degli amici con cui scambiare una battuta, ma soprattutto desidera respirare aria di casa, che il più delle volte è lontana. Dietro ai fornelli lavorano uomini e donne che conoscono bene i desideri e i gusti dei propri clienti. Per questo non c’è il menù alla carta, ma una ristretta possibilità di scelta fra i piatti della tradizione. Le ordinazioni sono raccolte con la biro, l’arredamento è semplice ed essenziale, con un buon profumo di cibo che si spande per il locale. I piatti non lesinano per numero di calorie e le porzioni riempiono completamente il piatto. Pranzando in compagnia dei camionisti lo chef conduttore del programma racconta le pietanze servite con immagini e iperboli presi da campi diversi da quello culinario ma che fanno davvero venire l’acquolina in bocca. Al momento di pagare ci si rende conto che il prezzo sempre modico non ripaga a sufficienza la bontà e l’abbondanza delle portate condite con speciale aria di amicizia. Questi brevi episodi di vita costituiscono, oltre che un’ottima guida per sapere dove andare a mangiare, un interessante frammento di storia del costume e della civiltà di un’Italia che si ritrova sempre unita nel momento del pasto, esaltando la tradizione locale.
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