Ancora una noiosa e rassicurante soap
Con Una vita i responsabili della programmazione di Canale 5 continuano nella mossa sempre vincente di mettere in palinsesto nel primo pomeriggio le soap, genere particolarmente pensato per il pubblico femminile. Una lunga serie di puntate, quasi interminabile, che ha il pregio di far riposare la mente dai propri pensieri per immergerli...
Con Una vita i responsabili della programmazione di Canale 5 continuano nella mossa sempre vincente di mettere in palinsesto nel primo pomeriggio le soap, genere particolarmente pensato per il pubblico femminile. Una lunga serie di puntate, quasi interminabile, che ha il pregio di far riposare la mente dai propri pensieri per immergerli in quelli dei protagonisti sempre traboccanti di passioni che paiono in continua trasformazione, ma che alla fine sono, invece, sostanzialmente immobili. Dalla Spagna, ultimamente fucina di serie di successo, arriva questo nuovo prodotto scritto dagli stessi autori della ben più affermata storia de Il segreto.
Anche qui al centro vi è un triangolo amoroso tra spasimanti di condizione sociale o professionale opposta che rincorrono a tutti costi, non senza lacrime e rinunce, la possibilità di un amore che le logiche della società dicono impossibile. Attorno a loro vi è una discreta carrellata di personaggi minori tutti accomunati dal mettere prepotentemente al centro delle loro scelte i sentimenti più forti, buoni o malvagi che siano. Anche l’ambientazione di questo racconto è quella d’inizio secolo scorso, in un contesto sociale tra ricchezza e nobiltà, che non amava la fretta, né bruciava le emozioni. La recitazione in costume dà un senso di compostezza, di solennità e al tempo stesso frena la dinamicità dei rapporti interpersonali che sanno d’intima narrazione autobiografica, di romanzo d’appendice, di fiaba amorosa fatta di patimenti e cuore.
La colonna sonora è assolutamente piatta, solo una nota emessa da un unico strumento, quasi soporifera, permettendo così di rilassare i nervi. Come un tempo le novelle servivano per far addormentare i bambini quando non c’era ancora la televisione, così ora dopo pranzo per distendersi un po’ sono arrivate le telenovele, versione moderna dell’identico rimedio e che procura i medesimi effetti.
Lo stesso titolo Una vita non aggiunge nulla quanto a originalità. È giusto cappello a un prodotto in serie con poca cura dei particolari, dove tutto è costruito in modo meccanico, la recitazione è piatta, i dialoghi ristretti a un vocabolario minimo, i sentimenti narrati sono trasformati in procedimenti cerebrali e i personaggi ridotti a maschere pronte a recitare sempre lo stesso copione. Sta proprio qui la molla di questi racconti: far rivedere sempre lo stesso film e così rassicurare lo spettatore che già intuisce come andrà a finire, naturalmente bene, perché tutti possano vivere felici e contenti. Una media fra il 18 e il 20% di share è comunque augurio di lunga vita alla telenovela.