La figura di Dante cronista, storico e giudice (di parte)
Renzo Giacopini
La storia secondo Dante
Casa editrice Mazziana
Verona 2021
pp. 216 – Euro 12,50
Ultima fatica di Renzo Giacopini, La storia secondo Dante, uscita per i tipi della Casa editrice Mazziana, viene ad arricchire il panorama già ricchissimo di contributi nel 700° anniversario della morte del Poeta. E lo fa da un’angolatura particolare perché, riprendendo i motivi fondamentali della biografia e dell’ideologia dantesca, ne sottolinea la lungimiranza e l’attualità. Al centro l’esperienza viva di Dante nel suo tempo, popolato da re, imperatori, papi, vescovi, capi di fazioni politiche e di ordini religiosi. Per tutti, nella Commedia, c’è un posto, oltre alla centralità del tema politico trattato simmetricamente nei canti sesti delle tre cantiche. Da Ciacco, che sprofonda Dante nel fango dei golosi e delle lotte di fazione, alla constatazione con Sordello da Goito in Purgatorio che il sistema delle città, in un cortocircuito di piccoli disordini, è destinato ad una fine irreparabile. Responsabilità che hanno nomi e cognomi come il poeta fiorentino elenca, con puntualità da cronista, nella valletta dei principi negligenti del Purgatorio. Lo sfondo della vicenda è intriso di sangue, una scia terribile che trova nei fiumi infernali un corrispettivo spettacolare e inquietante. Su tutto, il giudizio di Dante che ordina, premia e punisce, secondo una scala di valori fondanti. Il giudizio è la struttura sommersa della Commedia che non esime il poeta dal confronto con coloro che vengono giudicati, come in un’inchiesta dove i responsabili di vicende anche gravissime raccontano la loro versione dei fatti. Dante parteggia, epperò riesce a superare questa prospettiva nella parte finale della Commedia e con l’utopia costantiniana, nel sesto del Paradiso, di un impero che diventa elemento stabilizzante e regolatore dei disordini del suo tempo, traccia una via che idealmente è ancora percorribile in una globalità di visione che non preclude alle parti la loro realizzazione individuale. Prospettiva intrigante e sicuramente di stimolo per il lettore, chiamato a confrontarsi con un autore e un’opera che riescono a parlare anche all’oggi. Renzo Giacopini, raggiunta la pensione dopo 40 anni in cui ha lavorato come ingegnere in un’importante impresa di telecomunicazioni, è ritornato allo studio della Divina Commedia, abbandonata dai tempi del liceo, di cui è divenuto appassionato cultore. Sul capolavoro dantesco ha prodotto per un circolo di amici e con la collaborazione della Casa editrice Mazziana Le preghiere della Commedia (2016); Tutte le donne della Commedia (2016); Io e Dante (2017); Gli animali della Commedia (2018); La mitologia nella Commedia (2020). Per la stessa editrice veronese ha pubblicato Qualche Pescantina fa: Alla scoperta di un mondo perduto (2018) che lo ha rivelato scrittore garbato e sorridente.
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