Il Fatto di Bruno Fasani
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Zigzagando tra le notizie dei primi giorni dell’anno

Scartabello i giornali di questi primi giorni dell’anno e ne provo una noia infinita. A tenere banco le giravolte dell’Ortottero canterino (nome scientifico della famiglia dei grilli). E non mi viene in mente alcun commento, se non per dire che ognuno ne tragga le conclusioni...

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Scartabello i giornali di questi primi giorni dell’anno e ne provo una noia infinita. A tenere banco le giravolte dell’Ortottero canterino (nome scientifico della famiglia dei grilli). E non mi viene in mente alcun commento, se non per dire che ognuno ne tragga le conclusioni.
Giro pagina e scopro che anche in Italia il sistema di spionaggio digitale ha le sue cinque stelle di eccellenza. Politici di primissimo piano, imprenditori, uomini di Chiesa, personaggi internazionali... Una ragnatela dalla quale sembra non scappare alcuno.
La domanda che resta sul piatto è molto semplice: per chi lavorano, al soldo di chi e a quale scopo, questi apparentemente distinti fratelli romani? È chiaro che non si tratta di un’attività svolta per passatempo, così come è chiaro che oggi siamo tutti alla mercé degli spioni. Dai giornali alla Tv. Ma anche qui non c’è granché da stare allegri.
Il tema caldo su cui battere il chiodo riguarda in realtà il freddo di questi giorni, ovvero un ossimoro giornalistico. Un refrain ossessivo che ci fa sentire dentro una calamità naturale, come se l’inverno dovesse regalarci temperature da Maldive. Capisco l’attenzione per chi vive nelle zone del terremoto, ma per il resto mi sembra ossessione informativa.
A catturare la mia attenzione, in questo vespaio di stranezze, è un fatto più strano ancora. Quantomeno strano perché è difficile capire cosa sta dietro il racconto dei media. A Padova un ragazzo viene allontanato momentaneamente dalla famiglia, da parte del Tribunale dei minori di Venezia,  perché affetto da “disturbi di personalità”. Ma come, vi chiederete? Uno ha problemi e invece di aiutarlo affiancando i genitori in un percorso di sostegno, lo si toglie loro per evitare il peggio.
La curiosità sale sentendo il tipo di disturbo in questione. Il minore soffre, stando al Tribunale, di “difficoltà di identificazione sessuale”. Il tutto dovuto al fatto che sarebbe “legato esclusivamente a figure femminili, in particolare nella relazione con la madre, connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche” (l’aggettivo sta ad indicare quando due soggetti vivono come se fossero uno solo, ndr). A prova ci sarebbe anche il fatto che il ragazzo è andato a scuola “con gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie e i brillantini sul viso”.
È fatica esprimere giudizi. La cosa più immediata è pensare che se un Tribunale ha deciso in un certo senso avrà le sue buone ragioni per dubitare sulle capacità educative dei genitori. Ma una seconda considerazione porta dritta dritta a una domanda: omosessuali si nasce o si diventa? Il Tribunale sembra optare per questa seconda ipotesi. E ancora: se essere gay oggi è tanto bello e di moda, perché interferire nel destino di questo ragazzo? Ma non è che il buon senso sta tornando a fare capolino?

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