Sarà un grande calciatore? Per ora è un ottimo ragazzo
Chi non conosce Domenico non sa cosa si perde. Io, per fortuna, non sono tra questi. È infatti un mio studente di seconda media. Dico “mio”, anche se in realtà lo vedo una sola ora a settimana e decine di insegnanti possono dire di conoscerlo meglio di me...
Chi non conosce Domenico non sa cosa si perde. Io, per fortuna, non sono tra questi. È infatti un mio studente di seconda media. Dico “mio”, anche se in realtà lo vedo una sola ora a settimana e decine di insegnanti possono dire di conoscerlo meglio di me. Ma, dal primo giorno di lezione, un anno e mezzo fa, ho imparato ad apprezzarne l’autoironia. Già, perché mentre l’intelligenza e la buona educazione sono – per fortuna – caratteristiche molto diffuse (poi ognuno le personalizza, le rende proprie), la capacità di non prendersi troppo sul serio è merce rara (e ancora più rara tra gli adulti). Lui ne ha a palate e io – schifosamente – ne approfitto: quando qualcosa gira storto (la lavagna elettronica non funziona, oppure ho il raffreddore) dico davanti a tutti che «la colpa è di Domenico». Lui sorride e incassa. Ha dovuto incassare il colpo di nuovo, qualche settimana fa, ma non per uno scherzo mio. Il Centro federale territoriale della Figc lo stava tenendo sotto osservazione e di lì a poco avrebbe convocato i migliori 50 calciatori della regione. Una sorta di baby-nazionale: non garantisce che si diventerà dei nuovi Totti o Del Piero, ma quantomeno si gioca a pallone con lo stemma della Nazionale, e non è poco. Giorni passati ad aspettare una chiamata che alla fine è arrivata, sì, ma a due suoi compagni di squadra. Cosa avremmo fatto noi al posto di Domenico? Siamo sinceri: 99 su 100 avrebbero (anzi, “avremmo”, perché mi ci metto anch’io) invidiato i due amici o dato colpa alla sfortuna o, perché no?, agli stessi selezionatori, incapaci di riconoscere chi è davvero talentuoso. Nella migliore delle ipotesi, ci saremmo congratulati con gli amici ma con ben altri sentimenti dentro di noi. Domenico invece li ha festeggiati come meritavano, e anche di più. Sapeva che anche loro ci tenevano tanto ed era contento per loro. Quello che non sapeva era che, di lì a qualche giorno, sarebbe stato chiamato anche lui. Siamo sinceri: 99 su 100 avrebbero (anzi, “avremmo”, per la seconda volta) sbandierato ai quattro venti anche una notizia molto meno importante. L’ho saputa solo pochi giorni fa, e non da lui. Gli farò i complimenti: per la convocazione e ancora di più per il bel gesto verso i suoi amici. Ma non si illuda: continuerò a prenderlo in giro e a dargli la colpa al mio prossimo raffreddore.
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