Quel giallo cercato che ti fa saltare una partita
«Cartellino? Che faccio, lo cerco?». Il Real Madrid ha appena segnato il gol del 2-1 e il suo capitano Sergio Ramos, a pochi minuti dalla fine, chiede informazioni alla sua panchina...
«Cartellino? Che faccio, lo cerco?». Il Real Madrid ha appena segnato il gol del 2-1 e il suo capitano Sergio Ramos, a pochi minuti dalla fine, chiede informazioni alla sua panchina: è il caso di prendere un cartellino giallo, in modo da essere squalificato per la partita di ritorno con l’Ajax e tornare “pulito” per i quarti di finali di Champions? Tanto – è sottinteso – i suoi compagni non avranno problemi a fare a meno di lui, nella partita di ritorno, per di più al Santiago Bernabeu. Quello che dicono dalla panchina non è dato sapere, ma dopo un istante il difensore spagnolo sgambetta un avversario, cuccandosi l’ammonizione tanto cercata. Un’ora dopo, a chi gli chiede se l’abbia fatto apposta, risponde: «Non lo posso negare, dobbiamo tenere in conto diverse cose...». Antisportivo e pure ingenuo nel confessare davanti ai microfoni un comportamento vietato dal regolamento. Così, la furbata viene pagata con gli interessi: prima Sergio Ramos si prende due – e non una – giornate di squalifica (così impara), poi i suoi compagni del Real Madrid affondano nella partita di ritorno (4-1 in casa), quando la sua presenza avrebbe potuto fare comodo. Adiós Sergio. Campione sul campo, dilettante nelle squalifiche cercate.
Torniamo al 1967: Emiliano Mondonico, un 20enne di belle speranze, gioca in Serie D nella Cremonese: una delle squadre, assieme a Torino e Atalanta, nelle quali avrebbe lasciato un pezzetto di cuore, da calciatore e da allenatore. Ma ancora non lo sa. Negli ultimi istanti di una partita senza storia, l’arbitro gli si fa incontro: «È lei che mi ha insultato per tutta la partita?». A Mondonico non sembra vero: finalmente se ne è accorto. E dire che ce l’ha messa tutta, per farsi espellere: nessun fallo, ma di parole pesanti ne ha fatte volare tante. Evvai, pensa il “Mondo”, la prossima settimana starò a casa. Non lo dice, perché compagni e società potrebbero non prenderla bene. Così il sabato successivo, mentre la Cremonese è impegnata a Mestre, l’8 aprile Emiliano è al Palalido di Milano, ad ascoltare i Rolling Stones. È un comportamento scorretto, non c’è dubbio, non meno di quello di Sergio Ramos. Ma gli Stones valgono una ragazzata: ve lo immaginate un calciatore d’oggi abbandonare un match per andare a sentire musica trap? Lui sì sarebbe imperdonabile.
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