Quanto corre sui social l’odio calcistico
“Tra criminali c’è solidarietà”. “Quando ci andrà lui, in galera, buttate le chiavi”. “Ti sta bene la maglia da carcerato”. “Tra delinquenti vi è sempre un certo feeling”. “Fra ladri si intendono”. “I ladri solidarizzano con i delinquenti”. Sono solo alcuni dei messaggi che, sulla pagina Facebook de La Gazzetta dello Sport...
“Tra criminali c’è solidarietà”. “Quando ci andrà lui, in galera, buttate le chiavi”. “Ti sta bene la maglia da carcerato”. “Tra delinquenti vi è sempre un certo feeling”. “Fra ladri si intendono”. “I ladri solidarizzano con i delinquenti”. Sono solo alcuni dei messaggi che, sulla pagina Facebook de La Gazzetta dello Sport, sono stati riservati al capitano della Juventus Giorgio Chiellini. “Colpevole” di aver espresso solidarietà nei confronti di Hakeem Al-Araibi, un collega alle prese con un guaio grande come una casa. Il 25enne venne ritenuto responsabile di un incendio in una stazione di polizia in Bahrein. Provò ad opporsi in tutti i modi: durante quella sommossa – disse – si trovava in Qatar. Niente da fare, fu comunque condannato a 10 anni di reclusione. Era il 2014 e Hakeem riuscì a fuggire in Australia, ottenendo il diritto d’asilo e ricostruendosi una vita da calciatore. Fino all’enorme leggerezza di qualche settimana fa, con il viaggio di nozze in Thailandia, Paese che invece di accogliere il giovane sposino lo lascia arrestare dall’Interpol su richiesta del Bahrein. Lo hanno portato in udienza a piedi nudi, in abiti carcerari e con le gambe incatenate. Esibito come un trofeo di guerra. E Giorgio Chiellini che c’entra? Niente, nei giorni scorsi ha semplicemente espresso solidarietà ad Hakeem. Ricevendo una pioggia di insulti. Il solito odio via social? In parte sì, con queste caratteristiche: 1) La delocalizzazione del tifo. Una volta era lo stadio il luogo nel quale si tifava. Le curve non erano propriamente il luogo del bon-ton, ma valeva solo durante la partita. Tradotto: si sarebbe fischiato il Chiellini di turno in campo, ma non lo si sarebbe insultato a prescindere per un commento su un qualsiasi altro tema. 2) Santi e fanti. Non solo si lasciavano stare i santi, ma c’era quantomeno più cautela nell’esprimere giudizi un tanto al chilo su questioni di vita e morte. 3) Moderiamoci. Come mai la valanga di insulti è presente nei commenti al post della Gazzetta e non tra i commenti sul sito della Gazzetta e neppure sui social dello stesso Chiellini? Non sarà che da qualche parte la moderazione funziona – e gli odiatori rimossi – mentre altrove, per pigrizia, si lascia alla rabbia il diritto di cittadinanza?
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