Quando i terzi diventano primi
Un signor nessuno. Nell’estate del 1998 Christian Abbiati, 21 anni appena compiuti, arriva al Milan direttamente dal Monza. Obiettivo: farsi un po’ di esperienza in allenamento, da terzo portiere, e poco altro...
Un signor nessuno. Nell’estate del 1998 Christian Abbiati, 21 anni appena compiuti, arriva al Milan direttamente dal Monza. Obiettivo: farsi un po’ di esperienza in allenamento, da terzo portiere, e poco altro. Prima di lui ci sono Jens Lehmann, che ha raggiunto Milanello dopo una vita allo Schalke, e Sebastiano Rossi, numero uno rossonero dal 1990. I dirigenti hanno provato ad affiancargli negli anni altri possibili titolari, ma uno dopo l’altro sono finiti nel dimenticatoio. Lo stesso Lehmann, almeno in quella stagione, non si rivelerà all’altezza, venendo subito rispedito in Germania (destinazione Borussia Dortmund, prima di una lunga carriera all’Arsenal). Così, a gennaio 1999, Abbiati è già “promosso” a secondo portiere, che comunque vuol dire sempre panchina. Almeno fino a Milan-Perugia, l’ultima di andata. I padroni di casa sono avanti di due reti – Guglielminpietro e Bierhoff – quando, al 90’, l’arbitro Bettin fischia un rigore per gli umbri. Batte Hidetoshi Nakata, il giapponese dai piedi buoni, e segna quello che, con ogni probabilità, resterà solo il gol della bandiera. Ma bisogna crederci e il suo compagno di squadra Bucchi, come si fa in questi casi, corre a recuperare il pallone per riportarlo in fretta a centrocampo. È lì che Rossi, forse innervosito per l’ammonizione ricevuta in precedenza, gli assesta un colpo da ko. Una piccola – e tuttora incomprensibile – macchia in una grande carriera, che si concluderà, ironia della sorte, proprio vestendo la maglia del Perugia. Zaccheroni toglie dal campo George Weah e inserisce lui, Abbiati, per gli ultimi secondi della partita. Non è solo una comparsata, perché Rossi viene squalificato per cinque giornate. Il ragazzino arrivato come riserva della riserva – e forse già contento di esserlo – ha la sua occasione e la sfrutterà così bene che il mister continuerà a schierarlo titolare, anche a squalifica di Rossi esaurita. Sarà una stagione strepitosa per il Milan, che – pur lontano dall’essere l’invincibile armata delle ere di Sacchi e Capello – conquisterà lo scudetto in rimonta sulla Lazio. L’ultima partita, quella decisiva, sarà Perugia-Milan. Finisce 2-1 per i rossoneri: gol di Guglieminpietro e Bierhoff, con gli umbri che accorciano le distanze col rigore di Nakata. La fotocopia dell’andata. Ma in quei quattro mesi che separano le due partite, Abbiati di strada ne ha fatta tanta.
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