Il Calciastorie
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Dopo due ore e mezza di gioco finirono entrambe sconfitte

«Ho ragione io!». «No, io! Permettimi però di farti una domanda». «Dimmi pure». «Di cosa stavamo parlando?». «Francamente non ne ho idea, però… ho ragione io!». Molti litigi iniziano per un motivo preciso...

Parole chiave: Il Calciastorie (121), Lorenzo Galliani (56), Sport (139), Calcio (136)

«Ho ragione io!». «No, io! Permettimi però di farti una domanda». «Dimmi pure». «Di cosa stavamo parlando?». «Francamente non ne ho idea, però… ho ragione io!». Molti litigi iniziano per un motivo preciso. Poi quello si perde e lo scontro continua, anche se non c’è più nulla a sorreggerlo. Se si potesse trasportare questo principio in architettura, sarebbe favoloso: avremmo ponti senza piloni, sedie senza gambe, letti volanti. Sfortunatamente, funziona solo con le litigate. Alla fine, contrariamente alla regola del pareggio di bilancio, ci perdono tutti. In nervi e salute. Funziona così anche nel calcio, anche se lo scontro – tra una squadra e l’altra – fa parte del gioco.
Campionato di calcio 1920-21. Il Legnano supera in scioltezza il primo girone lombardo: 3-0 allo Stelvio, 5-0 al Chiasso, cinque scoppole al Como e via andare. In quello successivo, ferma l’Inter in casa e regola il Milan in trasferta, strappando la qualificazione grazie ai gol messi a segno qua e là da Raso e Rosso. I giocatori dalla maglia color lilla arrivano al penultimo scoglio, le semifinali nazionali, assieme a Padova, Mantova e Torino. L’andamento è altalenante, ma all’ultima giornata, contro i granata, i lombardi segnano il definitivo 3-2 a un minuto dalla fine, agganciando proprio i rivali al primo posto della classifica. C’è bisogno di uno spareggio per il primo posto, nel campo neutro di Vercelli. Il Torino passa in vantaggio, ma il Legnano non molla l’osso e con Sodano si riporta in parità. Al 90’ si va avanti. Per un’altra mezz’ora? No, i supplementari non sono stati regolamentati: il primo che fa gol vince, in una sorta di antenato del golden goal. Il problema è che il tempo passa e non segna nessuno. Così, dopo 158’ di gioco, le due squadre, di comune accordo, decidono di lasciar perdere. Sono talmente stremate che si rifiutano persino di affrontarsi in un secondo incontro. Nessuna delle due squadre accede così alla fase finale del campionato, poi vinto dalla Pro Vercelli. Ma, più che altro, la partita più lunga nella storia del calcio italiano è anche l’unica che si è conclusa con una doppia sconfitta. Perché il mondo va così: a tenere lungo lo scontro, si perde tutti.

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