Editoriale
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Quei bicchierini di troppo

Osservate quando fate la spesa verso il fine settimana: certamente incontrerete tra le corsie dei supermercati qualche gruppetto di giovani intenti a fare “scorte” per qualche festino con gli amici, come è giusto che sia...

Parole chiave: Alcol (2), Editoriale (407), Stefano Origano (141), Giovani (99)

Osservate quando fate la spesa verso il fine settimana: certamente incontrerete tra le corsie dei supermercati qualche gruppetto di giovani intenti a fare “scorte” per qualche festino con gli amici, come è giusto che sia. Forse due bibite gasate, qualche sacchetto di quegli orribili, ma appetitosi stuzzichini che sono un vero massacro per l’apparato digerente anche di un cinghiale, ma tanto sono giovani e non hanno problemi... E poi il carrello si riempie di confezioni complete di lattine di birra e di bottiglie di superalcolici. Ora immaginate la modalità di festeggiare e come saranno conciati i festaioli quando faranno ritorno nelle loro case.
Non voglio fare del moralismo, ma credo che il fenomeno dell’uso smodato di alcol (soprattutto di superalcolici) sia diventato una pratica generalizzata e trasversale anche nella prima adolescenza, eppure così sottovalutata, da destare preoccupazioni a diversi livelli. Non c’è distinzione tra classi sociali, zone geografiche, maschi e femmine, credenti o indifferenti, impegnati o libertini, genitori permissivi o severi: praticamente la stragrande maggioranza almeno una volta alla settimana si carica di sostanze alcoliche, mentre magari per il resto della settimana beve solo acqua tassativamente naturale.
Provate a chiedere ai gestori il quantitativo di bottiglie vuote che trovano nei parcheggi delle discoteche al mattino o a come vivono le famiglie che hanno una bar sotto casa. Anche chi gestisce gli oratori parrocchiali potrebbe raccontare cose non scontate sulle feste organizzate negli ambienti della chiesa dagli animatori dei ragazzi. Qualche vescovo, già decine di anni fa, lanciò l’allarme sul nuovo stile di vita degli adolescenti e sul sistema del divertimento che invoglia questo tipo di omologazione, ma si sentì ridere dietro.
«Tutti da giovani abbiamo esagerato qualche volta», «sono ragazzate, poi maturano e cambiano...» ecco le giustificazioni più comuni addotte. Non è così, questa è una nuova forma di dipendenza che porta con sé conseguenze serie sulla salute e a livello sociale. I più “fighi” e abbienti frequentano locali chic e la chiamano apericena, ma il risultato è il medesimo: si beve oltre il sopportabile forse per  dimenticare o magari perché si sono già dimenticati il senso della misura e la consapevolezza dei propri limiti.

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