Liberarsi da quella schiavitù
«E stutatelo ’sto telefono...»: parole del maestro Riccardo Muti al XXVII concerto di Natale in Senato. Vari titoli sui giornali e un paio di riflessioni mie...
«E stutatelo ’sto telefono...»: parole del maestro Riccardo Muti al XXVII concerto di Natale in Senato. Vari titoli sui giornali e un paio di riflessioni mie. La prima: nella “Patria del bel canto” sappiamo che c’è stato un concerto alla presenza delle più alte cariche dello Stato solo per una frase più da gossip che da rassegna artistica. Occorre spulciare a lungo per scoprire che sono state suonate l’overture da Coriolano opera 62 di Ludwig Van Beethoven e la sinfonia Roma opera 37 di Georges Bizet e che Muti ha diretto l’Orchestra giovanile Cherubini, da lui stesso fondata nel 2004; fa quasi tenerezza che il Maestro, intervistato da Senato Tv, dia per scontato che tutti sappiano chi sia Cherubini – non Lorenzo, in arte Jovanotti, ma Luigi, compositore nato a Firenze nel 1760 e morto a Parigi nel 1842 – e che si tratti di una orchestra di formazione per under 30 con un ricambio quasi totale ogni tre anni, anche per la grande richiesta in orchestre italiane e straniere dei circa mille musicisti passati in questi anni.
La seconda riflessione: tutti si sono concentrati sulla parola desueta usata da Muti e quasi nessuno sul motivo per cui l’ha proferita; grandi ricerche sul verbo “stutare” con il riferimento a Boccaccio e Iacopone da Todi, l’informazione che pure la Treccani fatica a definire un’etimologia certa, la domanda se sia di ascendenza meridionale o veneta; poco spazio, invece, al fatto che sia dovuto intervenire per richiamare non adolescenti irrispettosi o anziani poco abituati ai cellulari, ma i parlamentari italiani.
Ormai ci siamo talmente abituati alle suonerie che non ci infastidiamo più, così come non ci indispettiamo quando chi dovrebbe interloquire con noi, rivolgerci la parola o almeno degnarci di uno sguardo, è totalmente concentrato solo sul suo telefono. Il Giubileo, che mette in discussione ciò che negli anni precedenti è diventato abituale, potrebbe essere occasione buona. Uno dei suoi elementi tipici è la liberazione di tutti, con l’invito a ritornare a uno stile di vita che ci faccia gustare la libertà, per esempio spegnendo qualche volta il cellulare o tenendolo in disparte. La Penitenzieria apostolica ha dichiarato che i benefici dell’indulgenza giubilare sono concessi anche a chi si astiene almeno un giorno dai media e dai social network.
Prende così ancora più senso quel “stutare” di Muti, che secondo alcuni ha la stessa radice di tutela, quindi l’essere protetti; anche dalle schiavitù elettroniche.
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