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Le donne nei posti “giusti”

C’erano sei donne, un laico e un prete. Non è l’inizio della barzelletta, ma la fotografia di una riunione tenutasi nelle settimane scorse nel Vescovado di Verona. Questione era la gestione di un bando nazionale, quindi soldi: robe da omeni, direbbe qualcuno...

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Le donne nei posti “giusti”

C’erano sei donne, un laico e un prete. Non è l’inizio della barzelletta, ma la fotografia di una riunione tenutasi nelle settimane scorse nel Vescovado di Verona. Questione era la gestione di un bando nazionale, quindi soldi: robe da omeni, direbbe qualcuno. E invece la normalità, per fortuna, sta diventando un’altra.
A guidare la riunione, la delegata episcopale Lucia Vantini e, attorno al tavolo, persone che hanno compiti di direzione in importanti servizi e fondazioni legate alla Diocesi di Verona, scelte per le loro competenze. È la normalità a cui negli anni stiamo arrivando.
Per papa Francesco è normale che da alcuni giorni a presiedere il Governatorato (potere esecutivo) e la Pontificia commissione (funzione legislativa) dello Stato della Città del Vaticano sia una donna: suor Raffaella Petrini, laureata in Scienze politiche, con un dottorato in Scienze sociali e un master in Organization behaviour (comportamento organizzativo), e vent’anni di lavoro in Vaticano.
Altre donne esprimono questa “normalità”: suor Alessandra Smerilli, economista, segretaria del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale; suor Nathalie Becquart, dal curriculum vastissimo, sottosegretaria al Sinodo dei vescovi; suor Carmen Ros Nortes, esperta in Scienze umane e Diritto, sottosegretaria al Dicastero per gli istituti di vita Consacrata e le società di vita apostolica; Barbara Jatta, storica dell’arte, direttrice dei Musei Vaticani; Gabriella Gambino, bioeticista, sottosegretaria del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita; Charlotte Kreuter-Kirchof, docente di diritto, vicecoordinatrice del Consiglio per l’economia; Emilce Cuda, teologa, segretaria della Pontificia commissione per l’America Latina presso il Dicastero per i vescovi.
Francesco non ha mai voluto fossero pensate come “quote rosa”, ma una normale valorizzazione, con la possibilità di riplasmare al femminile anche le modalità di leadership. La stessa Petrini aveva detto esattamente due anni fa: «Le donne non sono migliori o peggiori degli uomini. Siamo diverse, e persino complementari».
Siamo consapevoli che la questione della pari dignità presenta davanti a noi un cammino ancora molto lungo, reso delicato pure da posizioni e punti di vista molto differenti sia in campo maschile che femminile. Però, ci piace pensare che, non solo l’8 marzo ma in tutti i numeri di Verona fedele, sia normale raccontare donne protagoniste in vari ambiti e magari con modi di esprimere la loro femminilità anche molto diversi.

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