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Il rispetto di una natura che può colpire

Il 1° settembre si celebra in tutte le Chiese cristiane la Giornata di preghiera per la custodia del creato...

Parole chiave: Creato (6), Giornata di preghiera (1), Editoriale (407), Stefano Origano (141)

Il 1° settembre si celebra in tutte le Chiese cristiane la Giornata di preghiera per la custodia del creato. Questa giornata ha alle spalle un cammino ecumenico molto importante: nasce da una iniziativa del Patriarca ortodosso di Costantinopoli Dimitrios I nel 1989, poi è stata rilanciata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec) che raccoglie le maggiori Chiese ortodosse e protestanti. Una tappa importante di questo cammino è costituita dalla 3ª Assemblea Ecumenica svoltasi a Sibiu nel 2007 che ha proposto di prolungare la giornata nel Tempo del creato fino al 4 ottobre dedicato san Francesco, il santo del Cantico delle creature. L’ultimo passo in ordine cronologico è costituito dalla decisione di papa Francesco di celebrare la Giornata del creato con tutti i fratelli e sorelle cristiani del mondo. Così la giornata diventa mondiale. Il tema “La misericordia del Signore, per ogni essere vivente” ci riconduce ai punti salienti dell’enciclica Laudato si’, in particolare l’invito ad ascoltare con attenzione il grido della terra, nella varietà dei suoi aspetti e la chiamata per ogni essere umano, in modo particolare i credenti, alla cura della casa comune. Di più: imparare ad ascoltare il grido della terra nel suo intreccio con quello dei poveri, ripensando il modello di sviluppo così come al rinnovamento degli stili di vita.Per noi italiani la Giornata si celebra in un momento particolare della vita del nostro Paese, duramente colpito da un terremoto che ha seminato morte e distruzione. Anche queste tragedie rivelano la fragilità del creato e la responsabilità di fronte a ciò che ci è stato affidato. È questa consapevolezza che ci porta a chiedere politiche e azioni etiche che siano in rispetto della natura. Significative le parole di mons. Duarte da Cunha, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa: «L’uomo non è padrone della natura ma un suo servo ed un suo amministratore. C’è sempre nella natura qualcosa di misterioso, ma quello che spetta all’uomo è il rispetto. Il rispetto delle cose e delle persone. Non possiamo pensare che non ci saranno altri disastri, o che altri disastri verranno solo dalla mano dell’uomo. Quello che però possiamo fare e possiamo chiedere al Signore è che tutti i disastri che ci sono nella natura possano avere una risposta anche di solidarietà e di sostegno, per accogliere e abbracciare chi ne è stato colpito e trovare soluzioni per ricostruire un futuro». Si aprono sfide di vasta portata: da un lato imparare a superare l’atteggiamento che riduce gli altri esseri viventi a semplici oggetti da sfruttare senza riserve, dall’altro evitare la tentazione di proiettare su di essi sentimenti e considerazioni improprie, assimilandoli agli esseri umani. La narrazione della Genesi ci parla di esseri viventi posti dinanzi all’essere umano, destinati ad essergli di aiuto, ma chiaramente diversi, eppure compagni nell’abitare il mondo e quindi meritevoli di attenzione e cura.

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