Fatti di sport lezioni di vita
“Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere”: lo cantavano i Rokes con Lucio Dalla e lo sanno bene molti atleti, che ci potrebbero insegnare qualcosa.
“Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere”: lo cantavano i Rokes con Lucio Dalla e lo sanno bene molti atleti, che ci potrebbero insegnare qualcosa.
Filippo Macchi ha sfiorato la vittoria nella gara olimpica di fioretto: a separarlo dal trionfo è stata un’ultima contestata stoccata del campionissimo Cheung Ka Long. Al termine, non si è lasciato andare a eccessive proteste, ma ha sottolineato come peggio della non riuscita di un’impresa ci sia la ricerca di alibi.
Tanto vicina a una medaglia, un solo centesimo, è andata nel nuoto Benedetta Pilato. Nelle ore successive è stata criticata da molti perché si è mostrata contenta di una sconfitta. «La giornata più bella della mia vita», ha detto commossa, consapevole che si è trattato del punto di arrivo di un cammino, sportivo e umano, assolutamente non semplice e che rappresenta per lei la vera vittoria.
Non hanno vinto nemmeno le ragazze italiane di ginnastica artistica, ma la loro reazione davanti al secondo posto ha molto da insegnare: la consapevolezza di essere arrivate subito dopo le migliori (dicendosi spettatrici privilegiate di atlete straordinarie come le americane), il desiderio di impegnarsi per provare a raggiungerle, la gioia di essere riuscite a salire finalmente sul podio di una manifestazione internazionale dopo esserci andate tante volte vicine, la gloria di aver riportato la squadra italiana sul podio dopo la prima e unica volta, nelle Olimpiadi del 1928. Pure là un secondo posto, con squadre di 12 atlete. Tra loro la quattordicenne Bianca Ambrosetti, che gareggiò nonostante una tubercolosi che l’anno dopo la portò alla morte. A vincere in quell’occasione furono le padrone di casa dell’Olanda, di cui 5 atlete e l’allenatore erano di origine ebraica: solo una si salvò dalle persecuzioni naziste di pochi anni dopo.
Ultimo insegnamento, non dalle Olimpiadi: Federica Mingolla e Silvia Loreggian hanno rinunciato per le condizioni meteo ad arrivare alla vetta del K2, nonostante le attese di una spedizione per i 70 anni della “conquista italiana”; il presidente del Cai, Antonio Montani, si è congratulato con loro per una scelta non facile ma determinante per la vita, nella consapevolezza che la montagna tante volte insegna una delle cose più difficili, ovvero a rinunciare.
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