Lo svolgimento della celebrazione dell’Eucaristia
Nella Scuola diocesana di preghiera proprio sull’Eucaristia abbiamo offerto un possibile snodo della sua celebrazione scandito su cinque verbi: accogliere, ascoltare, offrire, nutrire, inviare. Non ci siamo scostati dalla presentazione che ne fa il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma semplicemente ne abbiamo evidenziato i tratti fondamentali...
Nella Scuola diocesana di preghiera proprio sull’Eucaristia abbiamo offerto un possibile snodo della sua celebrazione scandito su cinque verbi: accogliere, ascoltare, offrire, nutrire, inviare. Non ci siamo scostati dalla presentazione che ne fa il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma semplicemente ne abbiamo evidenziato i tratti fondamentali.
Ecco come il Catechismo presenta lo svolgimento della celebrazione dell’Eucaristia. Anzitutto, “tutti si riuniscono” (CCC 1348). Cristo, il vero presidente della celebrazione, precede e convoca i fedeli alla sua Eucaristia, dove ognuno svolge una parte attiva.
In secondo luogo, “la Liturgia della Parola” (CCC 1349). Essa “comprende ‘gli scritti dei profeti’, cioè l’Antico Testamento e ‘le memorie degli apostoli’, ossia le loro lettere e i Vangeli; l’omelia esorta ad accogliere questa Parola ‘come è veramente, quale Parola di Dio’ e a metterla in pratica”. Il terzo momento è dato da “la presentazione delle oblate” (CCC 1350.1351), cioè delle offerte del pane e del vino che saranno trasformati in Corpo e Sangue di Cristo nel sacrificio eucaristico. Nello stesso tempo, si raccoglie la colletta, un tempo fatta di doni ed oggi fatta per lo più di offerte in denaro, per le necessità dei poveri, secondo quanto già San Giustino, nella sua Apologia, precisava: “I facoltosi e quelli che lo desiderano danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto... (che) si prende cura di chiunque sia nel bisogno”.
Segue la vera e propria liturgia eucaristica, detta anche anafora, cioè la preghiera eucaristica di rendimento di grazie e di consacrazione: etimologicamente la parola anafora significa “innalzamento della voce”, appunto da parte del presbitero. L’anafora è scandita in cinque momenti. Anzitutto il “prefazio” (CCC 1352), nel quale “la Chiesa rende grazie al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo, per tutte le sue opere, per la creazione, la redenzione e la santificazione”.
Segue l’“epiclesi” (CCC 1353), etimologicamente ‘invocazione su’, nella quale la Chiesa “prega il Padre di mandare il suo Santo Spirito sul pane e sul vino, affinché diventino, per la sua potenza, il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo e perché coloro che partecipano all’Eucaristia siano un solo corpo e un solo spirito”.
Ovviamente, la parte più importante ed essenziale è data dal “racconto dell’Istituzione” (CCC 1353), che grazie alla “efficacia delle parole e dell’azione di Cristo, e la potenza dello Spirito Santo, rendono sacramentalmente presenti sotto le specie del pane e del vino il suo Corpo e il suo Sangue, il suo sacrificio offerto sulla croce una volta per tutte”. Una volta compiuta la consacrazione, “la Chiesa fa memoria della Passione, della Risurrezione e del ritorno glorioso di Gesù Cristo” nell’“anamnesi” (CCC 1354), etimologicamente “fare memoria”.
Infine si elevano al Padre per mezzo di Gesù Eucaristia le “intercessioni” (CCC 1354) per i vivi e per i defunti “nella comunione con i pastori della Chiesa, il Papa, il Vescovo della diocesi, il suo Presbiterio e i suoi Diaconi, e tutti i Vescovi del mondo con le loro Chiese”.
Anche se il Catechismo non vi fa riferimento diretto, prima del momento della “Comunione” la Liturgia eucaristica colloca la “dossologia”, etimologicamente “inno di glorificazione”: “Per Cristo, con Cristo…”, cui il popolo solennemente risponde “Amen”, dando cioè il suo assenso di fede.
Dopo la proclamazione in assemblea della Preghiera del Signore, il Padre nostro, il momento della “Comunione” (CCC 1355), nella quale “i fedeli ricevono il Corpo e il Sangue di Cristo che si è dato per la vita del mondo”, ecco “il Mandato”: chi ha partecipato alla celebrazione eucaristica è inviato nel mondo come suo testimone, testimone cioè di una vita eucaristica.