L’ermeneutica di Agostino
Abituati ormai ad interpretare la Bibbia e, di conseguenza, anche i Salmi, attraverso l’esegesi e l’ermeneutica propria della critica storica, a primo impatto potremmo trovarci a disagio difronte all’ermeneutica di Agostino, che risente alla radice di quella di sant’Ambrogio e, a sua volta, di quella di Origene..
Abituati ormai ad interpretare la Bibbia e, di conseguenza, anche i Salmi, attraverso l’esegesi e l’ermeneutica propria della critica storica, a primo impatto potremmo trovarci a disagio difronte all’ermeneutica di Agostino, che risente alla radice di quella di sant’Ambrogio e, a sua volta, di quella di Origene. Agostino è convinto che la Bibbia in genere e i Salmi in particolare contengono dei segreti messaggi di Dio per la vita spirituale e morale dei credenti, nascosti sotto la lettera del testo. Perciò, per così dire, imita Mosè, che solo nel battere la pietra, oltre la pietra ha trovato e fatto scaturire l’acqua, con cui dissetare il popolo e il bestiame nel deserto. In effetti, Agostino, in tutti i suoi commenti va alla ricerca dei valori spirituali nascosti, simbolici, analogici, allegorici e li vuole scrutare con mente perspicace, al fine di farne scaturire il mistero nascosto, in funzione dello spirito, proprio come sente il bisogno di sottolineare: “Scrutare i misteri attraverso la lettera”. Tra questi misteri evidenzia il Cristo totale, cioè Cristo capo e la Chiesa suo corpo.
Sposo e sposa, Cristo e la sua Chiesa, considerata come il suo corpo in terra, tra loro inseparabili al punto da formare un solo Cristo, sicché, precisa, uno non può dire di amare Cristo se non ama la Chiesa, o calpestare con le scarpe chiodate del militare i piedi del corpo, la Chiesa, mentre vuole onorare con un bacio il capo, Cristo. Cristo poi è considerato come sacerdote, altare e vittima; come Crocifisso, dal cui fianco squarciato sulla croce sono scaturiti i sacramenti fontali della Chiesa, cioè il Battesimo e l’Eucaristia, come nostro pane quotidiano; Pastore dei pastori; Fondamento dei fondamenti; Pietra angolare; Mediatore; Guida; umile Re della città di Dio; il nuovo Adamo, nel quale si celebra l’epopea dell’umiltà. Agostino indugia poi nella scoperta dei valori reconditi che riguardano direttamente la Chiesa. È la Madre Chiesa, come Dio è Padre. È il tempio e la casa di Dio. È pellegrina e trionfante, seminata a grano e a zizzania; corpo ecclesiale che si nutre del corpo eucaristico. È la nuova Eva. Come pure va alla ricerca di quanto riguarda lo Spirito Santo e la Vergine Maria, nel cui grembo verginale, appunto per opera dello Spirito, si è compiuto il misterioso scambio tra la divinità e l’umanità: il Verbo di Dio ha assunto la carne umana da Maria, e l’uomo è stato assunto a dignità di figlio di Dio nel Figlio! Questo e tantissimo altro, che riproduce il vivere di oggi, ha saputo tradurlo alla sua gente, gran parte della quale era abbastanza incolta: contadini, pescatori, pastori, piccoli artigiani. E lo ascoltavano volentieri e assiduamente. Agostino aveva l’arte di farsi ascoltare. Faceva ricorso frequente alle esemplificazioni colte dal vivere della quotidianità della sua gente. Esempi terra-terra. Lo capiva chiunque. Usava poi un metodo di una efficacia didattica straordinaria: mentre parlava ed esponeva l’argomento, fissando in volto e negli occhi il suo uditorio, solitamente assiepato e in piedi, intercettava i loro dubbi, le loro domande, le loro osservazioni. Le formulava dentro di sé, le esplicitava al pubblico e rispondeva puntualmente. Lui stesso poneva tante domande, per tenere desta l’attenzione. E non mancava di battute per risvegliare l’interesse. E, con colpi di genio che dovevano lasciare a bocca aperta: i suoi aforismi! Si tratta di espressioni brevi, assai incisive, indimenticabili. Anche tanto altro si potrebbe dire. Ma da questi semplici accenni, non si può non riconoscere che le sue omelie sono anche una scuola di omiletica.
Dalla prossima settimana esemplificheremo.
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