Prima della prima di Guerre stellari
Rogue One: a Star Wars Story
(Usa, 2016)
regia: Gareth Edwards
con: Felicity Jones, Diego Luna, Ben Mendelsohn, Donnie Yen
durata: 133’
Valutazione Cnvf: consigliabile/problematico
Se lo scopo di una recensione fosse in prevalenza quello di segnalare film che abbiano bisogno di essere portati all’attenzione del grande pubblico, questa non avrebbe senso di esistere.
Tale e tanto è infatti in queste settimane il successo di Rogue One: a Star Wars Story, anche per la dolorosa e prematura scomparsa di Carrie Fisher, leggendaria principessa Leila già dal primo Guerre stellari uscito nelle sale, nel 1977, che non vi è certo bisogno di ulteriore pubblicità.
Però Rogue One è un film importante per molti motivi e, ancor di più, è proprio un gran bel film.
In termini narrativi, stiamo esattamente prima di quel primo film prodotto, poi ribattezzato Episodio IV – Una nuova speranza. L’Impero Galattico sta procedendo alla costruzione della Morte Nera, grazie anche alle conoscenze dello scienziato Galen Erso (Mads Mikkelsen), costretto con la violenza a rientrare nei ranghi dello staff imperiale. Questo il prologo. Quindici anni dopo, Jyn (Felicity Jones), la figlia di Galen, è un’anarchica vagabonda che certo non parteggia per l’Impero, ma che non ha ancora maturato una sufficiente convinzione politica per stare dalla parte della Ribellione organizzata. L’incontro con un variegato gruppo di compagni d’avventura la porterà a essere a capo della spedizione che avrà per compito quello di trafugare i piani della Morte Nera e permettere così, come succederà in A New Hope, di distruggere la letale arma del lato oscuro della Forza.
La sceneggiatura di Chris Weltz e Toni Gillroy e la regia di Gareth Edwards costruiscono con Rogue One un magnifico film d’avventura, dove sia la caratterizzazione dei personaggi che la realizzazione visiva di molte sequenze si rifanno al grande cinema classico.
Ecco quindi una coppia formata da un monaco e da un guerriero che sembra uscita con piena dignità dai film di Akira Kurosawa. Ecco giochi di ombre, come l’entrata in scena di Darth Vader, e battaglie fra astronavi che richiamano le contese navali e le soluzioni fotografiche usate da un grandissimo del cinema d’avventura come Michael Curtiz. Ecco campi lunghissimi e canyons che non possono che far pensare al grande western di John Ford o di Howard Hawks. E anche la colonna sonora di Michael Giacchino, che subentra con piena nobiltà compositiva a John Williams, è all’altezza, come tutto il resto dell’apparato tecnico, dagli effetti speciali alla fotografia, dalle scenografie ai costumi, di un film imperdibile non solo per gli appassionati della saga.