Sulle colline attorno a Moruri tracce di storia e splendidi paesaggi
Ciliegi, prati, boschi e i resti di Forte Castelletto, esploso nel ’43
Ciliegi fioriti, prati verdissimi, paesaggi suggestivi. Ma anche testimonianze storiche da gustare lungo sentieri semplici e alla portata di tutti. La primavera è un momento perfetto per scoprire – con poche decine di minuti di viaggio – un tratto tutt’altro che battuto della dorsale delle 5 Valli, il percorso escursionistico ideato e tracciato nel 1983 in occasione della pubblicazione della nuova carta turistica per escursionisti Colline di Verona, a cura del Comitato gruppi alpinistici veronesi. La dorsale è lunga 32 chilometri e prende il nome dalle cinque valli che attraversa: Valpolicella, Valpantena, Val Squaranto, Val di Mezzane, Val d’Illasi. Incrociando inoltre Vajo Borago, Vajo Galina, Vajo Paradiso e Vajo di Mezzane, collegati l’uno all’altro da ulteriori allacciamenti.
Questa volta dunque ci dirigiamo a Montorio e proseguiamo in direzione nord, fiancheggiando Mizzole e procedendo sulla Sp35. Superate le frazioni di Trezzolano e Cancello, si raggiunge una quota di circa 500 metri. Possiamo lasciare la macchina lungo la strada sullo slargo che costeggia i prati, e troveremo qui l’indicazione della dorsale. Andando verso est percorreremo quel tratto di dorsale che conduce a Moruri. Ci addentriamo quindi a destra, tra bellissimi filari di ciliegi e pascoli.
Giunti alla sommità del monte Castelletto vedremo ciò che resta di Forte Castelletto, costruito a scopo difensivo alla fine dell’Ottocento e che costituiva uno dei luoghi di difesa dell’altopiano dei Lessini a nord della città, insieme a forte Masua, forte Monte Tesoro e forte Santa Viola. Nessuno di questi forti fu coinvolto in combattimenti durante la Prima Guerra mondiale, e qui furono depositati materiali esplosivi.
A seguito dell’armistizio anche questo luogo venne abbandonato, fino alla tragica esplosione del 1943 che provocò la morte di 37 persone, soprattutto donne e bambini delle frazioni confinanti che si trovavano per caso nei paraggi; ciò creò una voragine ancora ben visibile passando vicino ai resti della fortificazione. Vicino a ciò che resta del forte è stata edificata una chiesetta dedicata alla Madonna Addolorata. Negli anni ’90, poi, un masso di marmo rosso è stato collocato all’interno di quella voragine e una targa ricorda ai passanti quell’evento drammatico che sconvolse la Lessinia.
Da questo punto, continuando a camminare lungo il sentiero nei prati, si potrà proseguire a piedi fino a Moruri, oppure tornare indietro e dirigersi verso la frazione in auto. Svoltiamo subito a destra seguendo le indicazioni e arriviamo alla piccola chiesa di Magrano, che merita una breve sosta. L’architettura della chiesetta è quella tipica della Lessinia, con il tetto formato dai classici lastroni in pietra. All’esterno, in un’area ben curata, c’è un tavolo di pietra e un bel prato ombreggiato. Una volta arrivati a Moruri possiamo lasciare l’auto nella piazzetta. A dominare il borgo c’è la chiesa di San Zeno: quella che vediamo oggi è la ricostruzione avvenuta nel 1618. Dietro la torre campanaria, addossata al fianco settentrionale, troveremo uno splendido prato dove programmare una sosta e una merenda e dove il nostro cane potrà correre in libertà. Da quassù la vista spazia su tutta la Lessinia orientale.
In tutta questa zona, con un’altitudine di circa 500 metri, c’è solo l’imbarazzo della scelta. I sentieri sono tanti, tutti lontani dal traffico, immersi nel verde e perfetti per scoprire non solo angoli tranquilli dove organizzare un picnic e riposare, ma anche frazioni pittoresche che meritano una visita. La zona di Moruri offre paesaggi incantevoli e ha un grande vantaggio: sicuramente è poco affollata rispetto ad altri paesi della Lessinia. Inoltre, da qui si raggiungono in pochi minuti molte trattorie e locande dove gustare le specialità di collina e di montagna, e dove ci sarà una buona accoglienza anche per il nostro cane.
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