Sopra Punta San Vigilio la preistoria incontra la natura
Il Garda visto dall’alto e la full immersion in una natura selvaggia alla scoperta di straordinarie testimonianze storiche. È un itinerario ricco di fascino quello che da Punta San Vigilio conduce in direzione di Torri del Benaco e che consente a chi ama passeggiare, di vivere il lago con una prospettiva totalmente nuova...
Il Garda visto dall’alto e la full immersion in una natura selvaggia alla scoperta di straordinarie testimonianze storiche. È un itinerario ricco di fascino quello che da Punta San Vigilio conduce in direzione di Torri del Benaco e che consente a chi ama passeggiare, di vivere il lago con una prospettiva totalmente nuova.
Si arriva con l’automobile a Punta San Vigilio e si può parcheggiare nello spiazzo che si trova sulla sinistra. Poi, prestando attenzione al passaggio di auto, si ritorna indietro per circa 500 metri lungo la strada, e si troverà alla propria sinistra l’indicazione per il Sentiero dei Castei. In alternativa, dopo circa 200 metri si potrà salire sul bordo della strada e percorrere un breve tratto tra gli uliveti, per poi immettersi sulla stessa strada in un punto un po’ più alto.
Da qui si ricomincia a camminare procedendo verso nord, e dopo alcuni minuti la strada si trasforma in un sentiero sterrato, che si immerge dapprima negli oliveti e poi in un fitto bosco ricco di latifoglie. Dopo circa un chilometro arriviamo a un magnifico belvedere, da cui si potranno ammirare il promontorio di San Vigilio e, nelle giornate limpide, anche il golfo di Salò e la penisola di Sirmione. Proseguendo sul sentiero si arriva a un bivio: qui prenderemo nuovamente la sinistra, trovando poco più avanti le indicazioni per il Percorso del Pellegrino, un sentiero molto frequentato da ciclisti, escursionisti e amanti della fotografia.
Dopo alcune decine di metri, sulla destra, troveremo i cartelli che indicano la presenza dei graffiti. Il sentiero procede in leggera salita, con sassi e lastroni di pietra liscia, chiamati liscioni, così modellati dai ghiacciai: in questo punto bisogna prestare particolare attenzione a dove si mettono i piedi! Ma lo sforzo premia: poco dopo ai nostri occhi si presenta uno spettacolo unico, la roccia delle Griselle.
Fu il prof. Mario Pasotti il primo a scoprire incisioni rupestri nella zona del lago di Garda negli anni ’60, e da allora vennero segnalate in diverse zone, da Garda a Malcesine, con la più alta concentrazione a Torri. A questa arte rupestre e in particolare a quella del monte Luppia sono stati dedicati preziosi studi: ne parlano con dovizia di particolari Fabio Laggia nel volume Le incisioni rupestri del Lago di Garda, e Giorgio Vedovelli in Torri del Benaco, a cura del Centro studi per il territorio benacense.
Sulla roccia si possono notare disegni di imbarcazioni, grandi e ricche di dettagli, tra cui spiccano le scalette di corda, chiamate appunto griselle. Queste raffigurazioni furono eseguite con la tecnica della martellinatura (che consiste nell’asportare frammenti di roccia percuotendola con pietre più dure) da cacciatori e pastori che transitavano per queste zone, oltre che da cercatori di metalli e di selce.
Si potrebbe poi proseguire e andare a scoprire anche la Roccia dei Cavalieri, ad alcune centinaia di metri da qui. Una parte di percorso, questa, adatta a camminatori esperti. In alternativa, dopo aver visto i graffiti si torna indietro e si seguono le indicazioni per il Sentiero del Pellegrino. Subito ci si immette su una strada asfaltata dove si troverà l’indicazione per Torri, supportata qui come altrove anche dalla segnaletica Cai.
Qui il percorso prosegue per circa un chilometro ed è molto pianeggiante, costeggiando uliveti secolari e muretti a secco. All’altezza della cabina elettrica arriviamo alla strada che conduce ad Albisano, dove si potrà decidere di proseguire in direzione di Torri, andando magari a scoprire altri graffiti e bellissime località come Crero. Ma si può anche valutare di tornare indietro, e spezzare il percorso, che richiederebbe diverse ore, ricominciando magari il cammino proprio da dove lo abbiamo interrotto, per gustarsi un altro tratto affascinante di lago e di natura.
Certamente per un percorso del genere è fondamentale un buon equipaggiamento: scarpe robuste da trekking, una buona scorta d’acqua per noi e il nostro cane, uno spolverino. Il sentiero che conduce ai graffiti va affrontato con estrema prudenza e l’intero percorso richiede un buon senso dell’orientamento: pur essendo presente, la segnaletica è scarsa e si potrebbe spesso avere l’impressione di essersi persi.
Da anni si dibatte sull’opportunità di trasferire i graffiti al riparo di un museo, e infatti alcune incisioni sono già esposte in una sezione del Museo del Castello Scaligero di Torri del Benaco. Sarebbe una soluzione sicuramente utile per proteggere questi capolavori da agenti atmosferici e soprattutto da atti di vandalismo, ma che toglierebbe comunque parte della loro magia, sicuramente apprezzata da chi si spinge fin lassù per poterli ammirare.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento