Un piccolo museo ricorda la lunga vita di don Walter
Soave fu prete con grande seguito e vicino agli emigrati italiani; in Canada riuscì a realizzare pure un monumento all'emigrante
Amava stare tanto con i ragazzi dell’oratorio quanto con gli operai delle fabbriche, senza dimenticare i minatori emigrati all’estero. Don Walter Soave, sacerdote scomparso il 21 luglio 2010, era un prete che, come hanno ricordato coralmente in più occasioni i tanti "ex giovani" da lui assistiti all’oratorio Salus di Legnago nel Dopoguerra, «parlava con chiunque, senza chiedere chi fosse o cosa pensasse».
Nell’anno in cui ricorre il 95° anno della sua nascita, avvenuta il primo dicembre 1924 ad Oppeano, il paese di Roverchiara (dove don Soave trascorse la giovinezza) ha deciso di dedicare a questo sacerdote addirittura un museo. Si tratta della prima esposizione permanente di tale tipo dedicata a un religioso nella Bassa.
A ideare l’allestimento di uno spazio visitabile con i cimeli appartenuti all’ex "prete degli emigranti" è stata l’amministrazione comunale roverchiarese. «Pur essendo nato ad Oppeano – evidenzia il sindaco Loreta Isolani – don Walter aveva pochi anni quando si trasferì con la famiglia nel nostro paese, in contrada Pesa. Roverchiara divenne ben presto la comunità con la quale nel corso degli anni strinse un legame fortissimo. Tanto che nel 2010 le esequie di don Soave si svolsero proprio qui. Don Walter è seppellito nella tomba di famiglia all’interno del camposanto del nostro capoluogo».
Foto, messali e attrezzature utilizzate quotidianamente da don Soave fanno parte della collezione in esposizione. «Al primo piano dell’edificio che ospita la biblioteca comunale – sottolinea Isolani – abbiamo deciso di allestire lo spazio espositivo dedicato a don Walter. Gli oggetti in mostra rievocano i tanti luoghi dove don Soave ha svolto la sua missione sacerdotale. Ad esempio ci sono la torcia e l’elmetto da lui utilizzati quando assisteva spiritualmente i minatori italiani emigrati nel dipartimento della Mosella, in Francia, così come è presente la riproduzione della chiesa della Madonna del Carmelo di Montreal, in Canada, costruita durante il periodo in cui visse lì».
L’inaugurazione del museo, alla presenza delle autorità civili e religiose, nonché di quanti in vita conobbero don Soave, si è svolta domenica 1 settembre. «L’esposizione rimarrà accessibile a tutti, previa prenotazione, effettuata contattando i nostri uffici del municipio». Il primo cittadino ribadisce: «Don Soave, dopo la morte, ha lasciato dietro di sé tantissimi ricordi lieti in quanti hanno potuto conoscerlo. Per questo motivo abbiamo pensato ad allestire il museo».
Il primo incarico di don Soave, dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta il 18 settembre 1948, fu quello di curato a Bardolino, dove visse tra il 1949 e il 1950. Quindi il sacerdote oppeanese venne trasferito a Legnago. Nel capoluogo della Bassa, don Soave si occupò fino al 1957 del ricreatorio che allora sorgeva dietro al chiesa della Disciplina di Corso della Vittoria. Dal 1957 al 1962 pur continuando l’attività spirituale a Legnago, don Walter divenne pure cappellano dell’Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai (Onarmo), occupandosi quindi dei numerosi lavoratori impegnati nei tanti stabilimenti cittadini che hanno segnato la ripresa della crescita economica della città del Torrione nel Dopoguerra.
Per un biennio, dal 1962 al ‘63, don Soave fu curato a Lonato (Brescia). Nel frattempo maturò in don Walter l’idea di essere sacerdote missionario al di fuori dei confini italiani. Fu così che nello stesso 1963 fu trasferito in missione in Francia, dove rimase fino al 1970 ad assistere spiritualmente i molti connazionali che erano andati a cercar fortuna lì.
Dopo essere rientrato in Italia, il sacerdote oppeanese divenne parroco a Parona per nove anni. In questo periodo, dal 1974 al 1979 mantenne un legame con la sua precedente esperienza all’estero, essendo stato nominato delegato diocesano per l’emigrazione. La permanenza in Italia di don Soave fu relativamente breve. Proprio nel 1979 egli decise di riprendere la valigia in mano, volando in Canada, nella zona francofona di quella nazione, dove svolse la propria azione sacerdotale fino al 1991. Nell’ambito della nuova attività spirituale il sacerdote riuscì a far erigere il "Monumento all’emigrante, eroe della vita".
Vista la sua esperienza pluriennale tra gli emigrati, don Soave, una volta rientrato definitivamente in patria, fu nominato assistente spirituale dell’associazione "Veronesi nel mondo", incarico da lui detenuto fino al 2008. Nonostante la frenetica attività e i numerosi "traslochi" a cui don Soave dovette far fronte nel corso degli anni, il sacerdote mantenne un legame fortissimo con i suoi "ragazzi del Salus", da lui cresciuti a Legnago. Anzi, una volta che don Walter nell’ultimo periodo della sua vita decise di prende casa ad Oppeano, i contatti con gli ex ragazzi si fecero sempre più fitti.
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